Capolarato, multe ai datori di lavoro fino a 5.500 euro a lavoratore straniero costretto a vivere nelle baraccopoli

Una norma che modifica il Testo unico dell’immigrazione, nella parte relativa al lavoro stagionale, che, dopo una serie di rilievi sollevati dalla Commissione europea, introduce una stretta contro il fenomeno del caporalato. In base al decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri mercoledì 4 settembre (“schema di decreto legge recante disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano”), il datore di lavoro che mette a disposizione del lavoratore straniero un alloggio privo di idoneità alloggiativa o a un canone eccessivo, rispetto alla qualità dell’alloggio e alla retribuzione, o anche trattiene l’importo del canone direttamente dalla retribuzione del lavoratore, viene punito con una sanzione amministrativa e pecuniaria che va da 350 a 5.500 euro per ciascun lavoratore straniero. Il provvedimento chiarisce che il canone è sempre eccessivo quando è superiore a un terzo della retribuzione.

Governo studia assegno di inclusione a vittime caporalato

Sul piano delle soluzioni in tema di lavoro, il ministero studia nuovi strumenti più incisivi di lotta contro il caporalato, tra questi l’estensione dell’assegno di inclusione nei confronti delle vittime di questa piaga. Ad annunciarlo è stata la ministra del Lavoro Marina Calderone, a margine di una nuova riunione del tavolo sul caporalato, che si è svolta il 6 agosto, a cui ha partecipato – insieme ad associazioni di categoria e sindacati del settore agricolo – anche il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.

Quasi mille aziende controllate ad agosto: oltre la metà è risultata irregolare

Una campagna strutturata di contrasto al caporalato condotta dai Carabinieri su tutto il territorio nazionale dal primo al 10 agosto ha fatto emergere che, su quasi mille aziende controllate, oltre la metà è irregolare. In particolare, sono state controllate 958 aziende, di cui 507 sono risultate irregolari (52,92%). Nel corso delle ispezioni si è provveduto a verificare 4960 posizioni lavorative, di cui 1268 sono risultate irregolari (di queste, 346 erano lavoratori “in nero”); tra i lavoratori controllati, 2314 erano lavoratori extracomunitari, di cui 213 risultavano impiegati “in nero”, e 29 i minori, di cui 9 impiegati “in nero”. Sono stati elevati 145 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale (il 15,13% delle 958 aziende ispezionate), di cui 75 per “lavoro nero”, 41 per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e, in 29 casi, per entrambe le ipotesi; inoltre, sono stati irrogati 144 provvedimenti di diffida ed elevate 848 prescrizioni amministrative.

Fonte: Il Sole 24 Ore