
Caravaggio 2025, a Palazzo Barberini capolavori del «primo dei moderni» da tutto il mondo
«Rischiava di ridiventare una specie di portiere di notte del Rinascimento». E invece no, agli occhi del più grande studioso d’arte italiano del XX secolo, Roberto Longhi, Caravaggio si prenderà il posto che gli spetta. Il primo dei moderni, un pittore visionario, ardimentoso, di una forza espressiva senza pari nella sua epoca. Sono ventiquattro le opere provenienti da collezioni pubbliche e private, sia italiane sia internazionali – cui si aggiunge un altro capolavoro che potrà essere ammirato al Casino dell’Aurora – che compongono la mostra Caravaggio 2025, allestita nel Palazzo Barberini di Roma dal 7 marzo al 6 luglio, e che ha già venduto 60mila biglietti.
Gli elementi innovativi
Capolavori riscoperti ed esposti per la prima volta in Italia che si affiancano a opere di collezioni private visibili solo raramente. Dipinti fondamentali come il Ritratto di Maffeo Barberini, recentemente svelato al pubblico, e l’Ecce Homo, riscoperto a Madrid nel 2021, che torna in Italia dopo quattro secoli. L’esposizione, curata da Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon, propone una nuova riflessione sulla rivoluzione artistica e culturale operata da Caravaggio esplorando gli elementi innovativi che introdusse nel panorama artistico, religioso e sociale del suo tempo.
Quattro le sale
Insieme a grandi capolavori fruibili figurano opere difficilissime da vedere, o rinate grazie a nuovi interventi, che sono messe a confronto nelle quattro sale in modo cronologico. Di assoluto rilievo Il Martirio di Sant’Orsola, capolavoro delle collezioni di Intesa Sanpaolo, che è stato oggetto di un importante lavoro di ripulitura che ha portato alla luce tre nuove figure scomparse nel tempo. Il quadro è solitamente esposto a Napoli presso le Gallerie d’Italia della Banca, che avranno per l’occasione in prestito dalla Galleria Borghese la Dama con liocorno di Raffaello, come ha spiegato Michele Coppola, executive director arte, cultura e beni storici di Intesa Sanpaolo e direttore generale delle Gallerie d’Italia.
Prestiti eccezionali
Come ha spiegato il direttore di Palazzo Barberini, Thomas Clement Salomon, «ogni quadro di Caravaggio è una star e ogni prestito è un’estradizione», e questa mostra per lui «è mettere a terra un sogno, realizzato nel tempo record di un solo anno». Un lavoro corale superando grandissime difficoltà, grazie alla collaborazione anche con la Galleria Borghese e la direttrice Francesca Cappelletti. «Parlando di sogni – spiega Cappelletti – non mi vorrei svegliare e l’importante è vederla. Ci sono prestiti eccezionali, e dalla Borghese vengono tre quadri che sostengono il racconto della mostra con il Bacchino malato, che racconta di Caravaggio appena arrivato a Roma nell’ambiente delle botteghe e del mercato. Poi uno dei momenti fondamentali è segnato dal Davide con la testa di Golia. Ci sarà su questo molto dibattito perché è anche una mostra scientifica e i quadri li abbiamo datati, ma non tutti forse saranno d’accordo. Poi nell’ultima sala il periodo finale, con il San Giovanni Battista, compagno ineludibile della Sant’Orsola».
Il catalogo e gli studiosi
Si tratta dunque anche di una mostra di ricerca (e il catalogo edito da Marsilio è una summa degli studi recenti sul Merisi) e non a caso Terzaghi ha ringraziato «tutti gli studiosi che hanno contribuito ad arrivare al punto dove siamo oggi. La mostra voleva illustrare lo stato delle cose degli studi su Caravaggio, che poi saranno anche integrati da una serie di incontri e dibattiti. Il percorso è tradizionale e cronologico ma sono possibili letture trasversali».
Fonte: Il Sole 24 Ore