Carbonia punta a diventare una “hydrogen valley” grazie ai fondi europei
Dal carbone all’idrogeno. La sfida energetica del Sulcis passa attraverso un piano che mette assieme ricerca e finanziamenti europei con l’obiettivo di realizzare hub di valenza internazionale. Un progetto ambizioso che ruota intorno alla Sotacarbo, società regionale con sede a Carbonia, che si occupa di ricerca in ambito energetico e che, attraverso una rete di collaborazioni di livello internazionale e una dote di risorse provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), sviluppa la sua azione seguendo diverse direzioni che vanno però a intersecarsi.
«Sotacarbo è una società che sviluppa una tecnologia a basse emissioni di carbonio e quindi è uno strumento fondamentale sia per la Sardegna sia per l’Italia per l’individuazione definizione e applicazione di tecnologie di particolarmente innovative – premette Mario Porcu, ingegnere e presidente della Sotacarbo -. Gli obiettivi sono duplici: uno è quello di provvedere e mettere a disposizione tecnologie per l’ambiente e il controllo dell’incremento della temperatura della terra e il secondo è quello di sviluppare tecnologie fortemente innovative sia per la produzione di idrogeno verde sia per la valorizzazione energetica dei rifiuti». Non solo, all’orizzonte anche «lo sfruttamento di qualunque energia alternativa ai combustibili fossili che in realtà contribuisce al successo della tecnologia italiana nella competizione globale che riguarda poi lo sviluppo economico della Sardegna e dell’intero paese»
I tre progetti
Nell’ambito del piano Hydrogen hub la società di ricerca ha lanciato tre iniziative che mettono assieme risorse provenienti dai fondi Fesr, e Pnrr per circa 45 milioni di euro.
Si tratta del progetto “SulkHy”, finanziato dall’Assessorato Industria della Regione Sardegna con 12,6 milioni di euro di fondi Pnrr, che prevede la produzione di idrogeno verde per l’alimentazione di una decina di pullman ad idrogeno dell’Azienda regionale dei trasporti operanti nel Sulcis Iglesiente. Un’iniziativa «sinergica» con un secondo progetto, che si giova dei finanziamenti previsti dal Just transition fund per 19 milioni di euro e con cui si prevede la realizzazione di un impianto per la sintesi del metanolo rinnovabile da idrogeno verde e anidride carbonica direttamente separata dall’aria. A questi si aggiunge il progetto “Recover”, già in avanzato stato di realizzazione, finanziato con 12 milioni di euro dal Fesr, per recuperare i locali dell’ex ufficio tecnico della Grande Miniera di Serbariu a Carbonia e farne un laboratorio di valenza internazionale per la produzione di idrogeno e altri combustibili da energia rinnovabile.
L’Hydrogen Valley
Tre tasselli fondamentali di un mosaico che ha l’obiettivo di realizzare nel Sulcis una Hydrogen Valley. «Questo progetto, per la dimensione che ha, per l’integrazione e la verticalizzazione e la reale utilizzazione dell’idrogeno prodotto – argomenta Porcu – non ha molti eguali in Europa e rischia di essere l’unica iniziativa così integrata di questa dimensione a livello europeo. L’obiettivo è quello di sviluppare le tecnologie e fare efficienza nell’utilizzo delle tecnologie per ridurre il costo dell’idrogeno verde che oggi è sensibilmente più caro rispetto all’idrogeno grigio».
Fonte: Il Sole 24 Ore