
Carburanti da rifiuti, la via del dimetiletere
Una delle strade per trasformare in risorsa i rifiuti passa per il dimetiletere rinnovabile (rDme): gas liquefatto prodotto a partire da biomasse come paglie, potature, residui della lavorazione del legno, o da scarti in plastica non più riciclabili (plasmix). Può essere usato in miscela con il Gpl e quindi contribuire alla decarbonizzazione dei carburanti.
Che cosa si sta facendo in Italia su questo? «Non c’è ancora una produzione industriale, ma ci sono diverse iniziative di ricerca», risponde Isabella De Bari, responsabile della divisione Bioenergie, Bioraffinerie e Chimica verde di Enea. «Il Dme è un prodotto che tipicamente si ottiene dal metanolo o attraverso un processo catalitico ottimizzato a partire da gas di sintesi», spiega De Bari. «Enea ospita presso il Centro Ricerche della Trisaia (Matera) uno dei più importanti parchi tecnologici a livello europeo con gassificatori innovativi su scala di laboratorio e prototipi operanti su scala pilota fino a 1 MW termico. Per quanto concerne la trasformazione nel combustibile finale, ci sono invece attività di ricerca nell’ambito di programmi finanziati con risorse del Pnrr».
Non mancano le partnership: «Nextchem del gruppo Maire ha vinto un bando Ipcei per realizzare un impianto waste to fuel a partire da rifiuti fino ad arrivare a metanolo e dimetiletere e stiamo definendo in questi giorni i contenuti della collaborazione con Enea per realizzare un impianto pilota per produrre il gas di sintesi. Enea ha anche siglato un accordo con Assogasliquidi alla base di future collaborazioni riguardanti lo sviluppo di combustibili sostenibili alternativi al Gpl da fonte fossile», conclude De Bari.
«Le imprese stanno investendo in ricerca e sviluppo per realizzare impianti di produzione di bioGpl, bioGnl e rDme. Nel Pniec infatti è espressamente previsto l’obiettivo di rendere disponibili 1,5 milioni di tonnellate di Gpl bio e rinnovabile di cui circa 700mila di bioGpl e 750mila di rDme, con investimenti per circa 4,3 miliardi di euro. A ciò si aggiunge l’impegno per incrementare la quota di bioGnl grazie all’entrata in funzione di nuovi impianti anche di microliquefazione e il servizio di virtual liquefaction offerto dai rigassificatori», conferma Matteo Cimenti presidente di Assogasliquidi-Federchimica, che sul fronte del dimetiletere collabora anche con Innovhub SSI per test sulla miscela con il propano. Al momento sono in discussione emendamenti alla legge di bilancio proprio per creare un fondo a sostegno degli investimenti dell’industria italiana dei prodotti gassosi liquefatti per raggiungere gli obiettivi Pniec.
Fonte: Il Sole 24 Ore