Carceri, diventano la regola le videochiamate dei detenuti

Carceri, diventano la regola le videochiamate dei detenuti

Stabilizzazione delle videochiamate tra i familiari e i detenuti e nuovi percorsi per il sostegno psicologico alla Polizia penitenziaria. Sono i contenuti di due circolari trasmesse dal Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), Carlo Renoldi, agli organi centrali e periferici dell’amministrazione. La circolare n. 3696/6146, mira a «favorire il ricorso alle videochiamate, particolarmente idonee ad agevolare il mantenimento delle relazioni familiari – si legge nella nota – e soddisfare le imprescindibili esigenze di sicurezza».

L’esperimento durante l’emergenza pandemica

Lo strumento di comunicazione – introdotto in via sperimentale durante l’emergenza Covid – diventerà ora un modo ordinario, per assicurare il diritto costituzionale di tutti gli individui a mantenere relazioni socio familiari. L’opportunità è estesa a tutti i circuiti penitenziari, a eccezione del regime speciale 41-bis.

Nella circolare, vengono individuati alcuni standard per impedire un uso distorto delle videochiamate. Il capo del Dap Renoldi sottolinea come colloqui e telefonate assumano una «funzione fondamentale sul piano trattamentale, quale modalità di conservazione delle relazioni sociali e affettive nel corso dell’esecuzione penale e quale strumento indispensabile – scrive nella circolare – per garantire il benessere psicologico delle persone detenute, al fine di attenuare quel senso di lontananza dal mondo delle relazioni affettive, che è alla base – aggiunge – delle manifestazioni più acute di disagio psichico, spesso difficilmente gestibili dal personale e che, non di rado, possono sfociare in eventi drammatici».

E che gli eventi drammatici non siano un’accezione lo testimoniano i dati e l’allarme lanciato dall’Associazione Antigone. Non ci sono mai stati, infatti, così tanti suicidi in carcere nei primi due terzi dell’anno. Nei primi 8 mesi del 2022, 59 persone si sono tolte la vita in carcere, più di una ogni quattro giorni, con un’età media di 37 anni.

Sostegno psicologico per il personale penitenziario

Di nuovi «percorsi di sostegno» a beneficio del personale penitenziario si occupa invece la circolare n. 3697/6147, che prevede azioni di supporto psicologico per la Polizia penitenziaria. Previsioni già contemplate nel Documento di programmazione generale emanato l’11 gennaio 2022 dal Dap, dopo l’istituzione di un fondo da 1 milione di euro, finanziabile ogni anno, per consentire un’azione di sostegno psicologico per il personale della Polizia penitenziaria.

Fonte: Il Sole 24 Ore