Caritas, dagli sfratti ai senza tetto: ecco i numeri dell’emergenza casa a Roma
È emergenza abitativa nella torrida estate romana, in una città dove tendopoli e bivacchi di senzatetto ormai spuntano dal centro alla periferia. «Quello dell’abitare è il primo e il più drammatico problema che abbiamo a Roma, si protrae da decenni ma ogni anno si aggrava, solo nel 2022 ci sono stati circa 7mila sfratti, il 90 per morosità incolpevole, e sono 22 mila i senza tetto in tutta l’area metropolitana», ha spiegato il direttore di Caritas Roma, Giustino Trincia, lanciando l’sos.
«Tra i 120mila e i 150mila appartamenti vuoti a Roma»
«Abbiamo tra i 120mila e 150mila appartamenti vuoti a Roma – ha aggiunto – bisogna attivare delle politiche che richiedono l’intervento del Parlamento e del Governo, il Comune da solo non ce la può fare, serve una grande alleanza di tutte le forze politiche all’altezza di una situazione di emergenza mentre invece vediamo una città afflitta dalla speculazione degli affitti brevi».
E su questo punto la Caritas punta il dito contro la speculazione in vista del Giubileo perchè, ha sottolineato Trincia, «assistiamo ormai ad uno svuotamento delle opportunità abitative che purtroppo tenderà ad aumentare». L’ultimo caso di emergenza abitativa è quello di 24 migranti accampati prima in un parco giochi e poi in un giardinetto a ridosso dell’acquedotto nella zona di San Giovanni dopo lo sgombero, necessario anche per motivi di ordine pubblico, di alcune palazzine fatiscenti di Rfi. Un numero di persone esiguo, eppure ingestibile per il Comune ed anche per le strutture Caritas, tutte già al collasso. In attesa di un alloggio ora vivono in un pezzo di terra che il comitato di quartiere ha strappato al degrado, poche tende per ripararsi, qualche materasso a terra, l’inizio di una nuova tendopoli come le tante a Roma.
La tendopoli di Castro Pretorio
La più grande quella di Castro Pretorio, una zona centrale, dove centinaia di persone, a più riprese sgomberate, vivono a ridosso delle mura in tende. Tra le soluzioni quella di una grande tensostruttura per ospitare i tanti senza fissa dimora privati anche dei posti letto dell’Esercito della Salvezza che ha chiuso. «Si deve trovare la risposta più decorosa e dignitosa per le persone senza fissa dimora -ha affermato il presidente della Regione Francesco Rocca – ma so che c’è un dialogo tra il commissario Gualtieri e la Santa Sede per individuare quali possono essere le risposte migliori». L’assessora alle Politiche sociali del Comune di Roma, Barbara Funari, condivide l’appello della Caritas. «Bisogna uscire dalla logica dell’emergenza, e avviare un’azione strutturale che tenga conto di tutti gli aspetti, compreso il tema di regolare il mercato degli affitti, ormai off limits per tanti romani. Ogni giorno – ha affermato – ricevo richieste di aiuto anche da parte di chi potrebbe pagare un affitto, ma non trova una casa: troppe abitazioni ormai sono destinate a turisti e ad affitti brevi perché più convenienti, a scapito dei cittadini».
La Caritas prospetta anche soluzioni che passino da “accordi larghi” tra Comune e governo e che coinvolgano il Terzo Settore e le istituzioni nel loro complesso. «Non dobbiamo pensare che quello dell’abitare sia solo un problema di ordine pubblico – ha detto Trincia – le famiglie non possono essere lasciate sole nel cercare casa, hanno bisogno di un tutor, di mediatori solidali che facciano in modo che chi ha un appartamento si fidi. Servono nuovi alloggi ma anche strumenti che consentano di abitare quelli che ci sono già. Lo Stato si allei con il Terzo settore per venire incontro alla forte domanda abitativa ed evitare che tutto sia lasciato solo al mercato. Ricordiamo che spesso parliamo di famiglie ordinarie, dove c’è magari un solo stipendio, ma che pagano e a loro dobbiamo restituire dignità».
Fonte: Il Sole 24 Ore