Caro bollette e inflazione, impennata dei costi in studio
Il caro energia si fa sentire sui professionisti anche in modo indiretto, ovvero mettendo in difficoltà i clienti e, di conseguenza, restringendo il mercato. «Qui in Sicilia l’impatto è già molto evidente – racconta Daniele Virgillito, alla guida di Confprofessioni nell’isola –. Dopo il boom di questa estate molte attività legate al turismo, bar, ristoranti e alberghi, sono in difficoltà per l’impennata dei costi. Di riflesso, è diventato più difficile per un commercialista o un consulente del lavoro anche solo venire pagato».
L’impatto dell’inflazione
In agguato c’è anche un’altra insidia per i costi dello studio: affitti, licenze, attrezzature sono tutte sotto l’incudine dell’inflazione. C’è chi come Nexum Stp, realtà formata da una rete di studi professionali per la consulenza, estesa in tutta Italia, ha già fatto i conti. «Pensiamo ai costi di rivalutazione Istat relativamente a beni di tecnologia e software che rappresentano una risorsa chiave per lo svolgimento delle nostre attività. Ci aspettiamo nei prossimi mesi un incremento dal 4% (2022) al 9% (2023), stimato sulla base dei valori Istat di settembre», calcola il presidente Paolo Stern.
Le contromisure
Oltre a puntare di più sullo smart working, per chi ha lo studio in proprietà c’è anche l’investimento nelle rinnovabili. Fidiprof, il confidi di categoria, ha una convenzione con Id bank che, tra le altre cose, può finanziare a condizioni agevolate anche la ristrutturazione in chiave green dello studio. Mentre Adc pensa a convenzioni «per mettere assieme più studi e spuntare tariffe migliori».
«La strada è quella dell’aggregazione professionale – aggiunge La Lumia –. La condivisione dello studio contiene i costi e crea occasioni di lavoro e sinergie professionali. Altri rinunciano allo studio e si appoggiano a strutture di coworking», come quelle messe a disposizioni gratuitamente da Cassa Forense.
Anche l’Associazione nazionale forense è «convinta della necessità di affrontare le ricadute negative della crisi energetica con l’aggregazione: non solo si fa economia di scala, anche sui costi energetici, ma si mettono a fattore comune conoscenze, anche in ambito di sostenibilità».
Fonte: Il Sole 24 Ore