Carta, per il riciclo dal Pnrr contributo di 106 milioni. Il 50% al Sud

Carta, per il riciclo dal Pnrr contributo di 106 milioni. Il 50% al Sud

Per la filiera della carta oltre 100 milioni di contributi dal Pnrr. Secondo l’aggiornamento dello studio di Nomisma – commissionato da Comieco, il consorzio nazionale di recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica – sugli effetti del piano, sono 106 milioni su 321 complessivi di investimenti per 58 impianti: 16 cartiere, che lavorano i maceri per produrre nuova carta, e 42 siti di trattamento dei rifiuti cartacei. Di questi, complessivamente, 28 si trovano al Sud, 11 al Centro e 19 al Nord. La metà dei progetti relativi alle cartiere è concentrata nel Nord Italia, mentre il 57% dei progetti inerenti gli impianti di trattamento si riferisce alla ripartizione Sud.

Ulteriori 705mila tonnellate

Gli impianti di trattamento dei maceri destinatari del contributo Pnrr avranno una capacità di trattamento complessiva di 844 mila tonnellate di rifiuto cartaceo da raccolta differenziata, di cui 415 mila tonnellate al Sud. «Se la raccolta differenziata della carta fosse al 15% del totale dei rifiuti urbani», si legge nello studio, «si potrebbero raccogliere a livello italiano ulteriori 705 mila tonnellate, di cui 405 mila al Sud».

Riciclo oltre il 90%

Sono numeri che vanno a rafforzare un panorama, quello del riciclo della carta e del cartone, già virtuoso in Italia. In apertura della Paper Week 2024 (dall’8 al 14 aprile) Comieco ha infatti certificato che 2023 il tasso di riciclo degli imballaggi ha superato il 90%, dopo quattro anni stabilmente sopra l’85% – che è l’obiettivo fissato dall’Unione Europea per il 2030.

In occasione della presentazione dello studio di Nomisma, Laura D’Aprile, capo dipartimento dello sviluppo sostenibile del ministero dell’ambiente, ha commentato i nuovi finanziamenti: «L’effetto leva di tali investimenti, soprattutto al Sud dove verranno realizzati nuovi impianti, è straordinario: significativa in questo senso la stima riferita a Sicilia e Campania rispetto allo scenario senza Pnrr con, rispettivamente, il 14% e il 4% di tasso annuo incrementale di crescita occupazionale».

Francesco Capobianco di Nomisma ha aggiunto: «Gli effetti del Pnrr si sentiranno anche sotto il profilo ambientale grazie ad una diminuzione dello smaltimento in discarica e ad una migliore efficienza energetica degli impianti con conseguente diminuzione di consumo di CO2 per unità di prodotto».

Fonte: Il Sole 24 Ore