Cartello pneumatici, ispettori di Bruxelles nelle società di consulenza

L’Antitrust europeo apre un nuovo fronte nell’indagine sul presunto cartello tra i produttori di pneumatici. Dopo l’azione avviata a gennaio nei confronti dei principali player europei del settore (tra questi anche l’italiana Pirelli & C), propedeutica a un eventuale provvedimento, a finire nel mirino è ora il mondo della consulenza. I tecnici della Commissione europea – a quanto si apprende – stanno effettuando ispezioni senza preavviso nella sede di una società di consulenza in due Stati membri, temendo che possa avere violato le norme antitrust che vietano i cartelli e le pratiche commerciali restrittive (articolo 101 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea). Una nota comunitaria conferma che le ispezioni odierne «vengono condotte nel contesto dell’indagine per la quale la Commissione aveva effettuato ispezioni all’inizio del 2024».

La Commissione teme che la società di consulenza possa aver facilitato o istigato il presunto coordinamento dei prezzi tra i produttori di pneumatici, che presumibilmente hanno utilizzato anche canali di comunicazione pubblici per colludere. I funzionari della Commissione in questa occsione sono stati accompagnati dai loro omologhi delle competenti autorità nazionali garanti della concorrenza degli Stati membri in cui sono state effettuate le ispezioni. A gennaio Continental, Michelin, Bridgestone, Goodyear, Nokian e Pirelli avevano confermato le ispezioni comunitarie. Si tratta di produttori di pneumatici (l’indagine non riguarda il primo equipaggiamento) per autovetture, furgoni, camion e autobus che vengono venduti sul territorio europeo. L’autorità di regolamentazione ha affermato di sospettare che le aziende abbiano coordinato illegalmente i prezzi, anche attraverso comunicazioni pubbliche.

Le autorità di regolamentazione possono imporre multe fino al 10% delle entrate se decidono che le prove raccolte sono conclusive, anche se le aziende possono ricorre in appello. Gli organi di vigilanza antitrust stanno intensificando le ispezioni a sorpresa nelle aziende dopo che la crisi del Covid aveva rallentato questo tipo di azioni: la mossa di gennaio fa seguito a simili operazioni di raccolta di prove da parte dei regolatori dell’Unione europea nel settore della chimica per l’edilizia e dei servizi di consegna di cibo. Queste indagini, come detto, non sono necessariamente un segnale di colpevolezza, ma un passo preliminare e l’Unione europea potrebbe avviare procedimenti formali se le prove dimostreranno che le società hanno violato le regole antitrust del blocco.

Fonte: Il Sole 24 Ore