Casapound, cronista aggredito a Torino. Meloni: «Massima attenzione»

Un’aggressione in piena regola, in mezzo alla strada, a Torino, con tanto di calci e pugni. Ad averla subita è il giornalista de La Stampa, Andrea Joly, davanti al locale chiamato «L’Asso di Bastoni». Un circolo solitamente frequentato da esponenti di estrema destra, dove si stavano festeggiando i 16 anni dall’apertura. I video diffusi sui social e che sono poi arrivati nelle mani degli inquirenti consentendo di identificare subito due affiliati di Casapound, sono piuttosto eloquenti. Prima, si vede un gruppo di persone che fuori dal locale intona inni al Duce e si abbandona a foto di gruppo tra saluti romani, fumogeni e fuochi d’artificio. Poi, un gruppo più piccolo che attacca un giovane in bermuda e sniker al quale si tenta di strappare il cellulare, dopo averlo preso a pugni e a calci.

«Sono tutti contro uno!», grida una bambina dalla finestra dove evidentemente c’è qualcuno che riprende la scena. E l’aggressione dura un bel po’. C’è chi tiene il giovane per i capelli e lo stringe al collo e chi lo strattona e lo butta a terra. Alla fine, Andrea Joly riesce a liberarsi e ad andare in ospedale a farsi medicare. Voleva documentare la festa che durava da ore e che aveva già attirato l’attenzione dei vicini per la musica, i bengala, le luci e i fuochi d’artificio. Ma quando si è avvicinato, è il suo racconto, gli hanno subito chiesto: «Sei dei nostri?». E al rifiuto di consegnare il telefonino, sono partiti calci e pugni. Quando la notizia è finita sui siti di quasi tutti i media italiani, i responsabili del circolo «Asso di Bastoni» sulle prime hanno provato a dire che era stato Joly ad «averli spintonati». Ma i video poi hanno inchiodato tutti alla verità.

I primi a condannare sono stati il sindaco di Torino Stefano Lo Russo che ha parlato di gesto «vile e intollerabile» e il presidente del Piemonte Alberto Cirio che ha definito «inaccettabile» la violenza subita dal cronista. Poi si è alzata la protesta delle opposizioni con la segretaria Pd Elly Schlein che si è detta «preoccupata» per il «clima di impunità» che ormai si respira in Italia visto che le organizzazioni «neofasciste» nonostante gli episodi di «violenza» non vengono sciolte e con il leader del M5S Giuseppe Conte che ha chiesto l’intervento del Governo contro «l’attacco squadrista«. E il governo interviene, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che «condanna con fermezza» l’«atto di violenza» augurandosi che «i responsabili siano individuati il più rapidamente possibile».

Fonte: Il Sole 24 Ore