Case green, i bonus della manovra non centrano gli obiettivi europei
Una riduzione dell’impegno sul fronte dei bonus per l’efficientamento energetico, come quella che sta prendendo forma nella legge di Bilancio, non permetterà all’Italia di centrare gli obiettivi della direttiva Case green. Anzi, ci farà atterrare molto più in basso di quanto sarebbe necessario, ottenendo solo il 65% dei risparmi necessari al 2035.
Le quattro fiere di Milano
Il risultato è contenuto in uno studio elaborato dal Politecnico di Milano per Miba (Milan international building alliance), l’unione di quattro fiere dell’edilizia che dal 19 al 21 novembre del 2025 torneranno in contemporanea a Fiera Milano: Gee (Global elevator exhibition), sulla mobilità orizzontale e verticale, Made Expo, l’appuntamento dedicato a soluzioni innovative e sostenibili per le costruzioni e l’involucro, Sbe (Smart building Expo), manifestazione di riferimento per l’home and building automation e l’integrazione tecnologica, e Sicurezza, la manifestazione dedicata a sicurezza e antincendio.
L’osservatorio
In questo quadro, è nato un osservatorio, in collaborazione con il Politecnico, che punta ad analizzare scenari e trend del settore. A partire dalla Energy performance of buildings directive (Epbd), comunemente nota come direttiva Case green. Quella direttiva pone obiettivi di risparmio di lungo periodo, che puntano ad arrivare nel 2050 alle emissioni zero e al consumo quasi zero di energia negli edifici. Obiettivi ambiziosi, che vanno misurati alla luce delle agevolazioni fiscali e degli incentivi disponibili.
Lo scenario più conservativo
Per scandagliare cosa accadrà in futuro, il Politecnico di Milano ha costruito tre scenari, ipotizzando diversi livelli di spesa, aggiuntivi rispetto alla quota fissa di investimenti dedicati alle ristrutturazioni. La base è un’applicazione blanda della Epbd, con un trend simile a quello precedente il superbonus: si tratta dello scenario che, nella sostanza, si sta profilando in queste settimane con la legge di Bilancio, con un ritorno al solo ecobonus, peraltro leggermente tagliato, come driver del mercato. In questo caso, si prevedono investimenti di efficientamento pari a circa 3,7 miliardi l’anno per il residenziale, ottenendo un risparmio energetico aggiuntivo (rispetto al 2024) pari a circa 15.500 GWh all’anno al 2035. Sommando questi risparmi a quelli già maturati finora, si raggiunge al 2035 il 65% di quanto richiederà la Epbd.
Gli scenari più ambiziosi
Sono numeri interessanti, perché rivelano quanto, invece, bisognerebbe investire in più per centrare gli obiettivi della direttiva. Lo scenario meno conservativo, infatti, prevede che vengano applicati i principi della direttiva. In questo caso gli investimenti dovrebbero salire almeno a 10 miliardi all’anno solo sul residenziale, con un risparmio aggiuntivo nell’ordine di 40.000 GWh/anno al 2035. Si potrebbe, però, andare ancora oltre, sfruttando appieno le possibilità della direttiva. Si potrebbe, così, arrivare a 14,5 miliardi all’anno e a un risparmio di 58.000 GWh/anno al 2035. Numeri, però, molto lontani da quelli garantiti oggi dall’impegno delle politiche di agevolazione del Governo.
Fonte: Il Sole 24 Ore