Castagna: «BancoBpm vale oltre 12 miliardi. Risiko fermo almeno fino al 2026»

Le prospettive di BancoBpm? «Continuare a crescere da soli, magari stringendo accordi con banche del territorio o acquisendo reti di promotori per mettere a terra le potenzialità delle fabbriche prodotto». Mps? «Non ci sono le condizioni». Il risiko bancario in Italia? «Starà fermo per almeno 18-24 mesi». Di rientro da un road show internazionale, il ceo di BancoBpm Giuseppe Castagna ragiona sulle direttrici di crescita (e le sfide) che attendono la sua banca. Ma nel contempo, dal suo quartier generale di piazza Meda, in questa intervista con il Sole 24Ore il banchiere napoletano ragiona sulle prospettive dell’economia italiana e, soprattutto, del settore bancario domestico. Che, diversamente da alcune attese, non cambierà il suo “assetto”, almeno nel breve periodo, dice il manager.

Partiamo dal contesto: il primo trimestre ha segnato un ottimo avvio per BancoBpm. La Bce però, secondo le previsioni, inizierà a tagliare i tassi a giugno. Il picco del margine di interesse è alle spalle?

Non direi. Sul margine di intesse abbiamo ancora spazio di crescita e ci aspettiamo che il 2024 si riveli migliore del 2023. Nel 2025 e 2026 ci sarà una flessione, ed è inevitabile, ma abbiamo un’ampia possibilità di compensare il calo dei ricavi da interessi con le commissioni. Le traiettorie del nostro piano industriale al 2026 si stanno rivelando corrette.

Rimane per tutti il nodo potenziale del credito deteriorato. Voi che segnali avete dal mondo del credito, tra stage 2 e crediti garantiti?

Molto confortanti anche grazie all’ottima qualità dell’imprenditoria presente sui nostri territori. Oggi la qualità del credito è nettamente migliorata rispetto al passato. C’è stato, è vero, un rallentamento nelle erogazioni che ci ha fatto proiettare un budget di crescita dell’1% nei prestiti nei prossimi anni, rispetto al 3-4% del passato. Poi siamo molto più selettivi, e quindi c’è un naturale miglioramento della qualità dei debitori. Inoltre, abbiamo una forte attenzione al monitoraggio per prevenire possibili deterioramenti.

Fonte: Il Sole 24 Ore