Le linee sono sinuose. Fluide. I materiali molto naturali o iper tecnologici, con innesti inconsueti ma armonici. I contrasti, tra un passato glorioso e un presente necessariamente funzionale, risolti con morbido rigore. Ci sono voluti dieci anni e centinaia di permessi ma alla fine l’hotel Romeo, urban resort di “lusso etico”, ha aperto i battenti nel cuore di Roma. Via Ripetta, a due passi da Piazza del Popolo. La mano dell’archistar è evidente: volumi e linee portano la firma di Zara Hadid. Il suo studio ha seguito il progetto in collaborazione con gli esperti del Gruppo Romeo, proprietario dei tre palazzi in cui si sviluppa l’albergo. Il principale di questi, affacciato su via Ripetta, risale al Cinquecento, come testimoniano architetture ed affreschi originali.
In tutto 74 tra camere e suite in cui il glorioso passato – strenuamente difeso dalla Soprintendenza romana – si mescola ad una architettura futuristica che ha fatto ampio ricorso a materiali inediti ed eco-compatibili. Krion, pietra lavica, vetro, legno massello, ebano Macassar, marmo Nero Marquina e marmo di Carrara si intrecciano e si rincorrono senza soluzione di continuità. Tanta arte contemporanea – passione del proprietario Alfredo Romeo – da Christian Leperino a Mario Schifano, Mimmo Paladino e Francesco Clemente. Ma anche reperti storici ritrovati durante i lavori di restauro, tra cui la testa in marmo bianco di Livia Drusilla, moglie dell’imperatore Augusto. Tutti gli outlet dell’hotel, compresa la terrazza con immancabile vista mozzafiato, sono riservati agli ospiti e si concentrano al piano terreno, intorno a un grande corte centrale.
Aperto a tutti invece il ristorante che segna il debutto romano di Alain Ducasse. Il grande chef francese aveva già firmato la cucina dell’hotel Romeo a Napoli, con immediato riconoscimento da parte della guida Michelin. A Roma il ristorante Ducasse, affidato alle giovani promettenti mani di Stèphane Petit, proporrà un unico +menu degustazione da nove portate, in cui vengono esaltati ingredienti tipici riletti con savoir faire francese e un gusto contemporaneo che – come dice Ducasse – è “in armonia con il design dell’hotel”. Unico strappo – su richiesta del proprietario, accettata con divertita ironia dallo chef – un’insolita proposta di pasta fresca: tagliolini e tortellini nello stesso piatto, sotto una piccola cupola di tartufo umbro. Di grande effetto il carciofo violetto pugliese abbinato all’ostrica, la zucca moscata con il riccio e l’eccellente lingua di vitello alla brace con rucola e senape. Ma il piatto più emblematico, quello che ha più soddisfatto il cuoco francese nella cena di pre-apertura, sono state le puntarelle della campagna romana, con colatura di alici e crema di bufala.
«Quando apriamo all’estero – spiega Ducasse – siamo sempre influenzati dai prodotti locali, ma qui non faremo una “cucina romana”, proporremo una cucina mediterranea, francese e italiana, molto contemporanea. Amo gli ingredienti italiani, adoro l’olio d’oliva, e sono affascinato dai mercati, che esprimono al meglio la varietà e la cultura del Paese». In via Ripetta si aspetta naturalmente ospiti internazionali ma l’intenzione è di stuzzicare anche la curiosità dei locali, senza farsi limitare dal menu unico: chi torna più volte troverà sempre piatti “su misura”.
Fonte: Il Sole 24 Ore