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Ceramica, muore a 45 anni Paolo Mularoni alla guida del gruppo Del Conca
È scomparso improvvisamente, all’età di 45 anni, Paolo Mularoni, presidente di Ceramica Faetano e Del Conca Usa, terza generazione alla guida del gruppo fondato dal nonno e dal padre nel 1979 a San Marino, presente in Italia con tre siti produttivi tra il distretto di Sassuolo e la Romagna (la ex Pastorelli a Savignano, la capostipite Faetano sul Titano e la Del Conca a San Clemente di Rimini) oltre alla fabbrica aperta nel 2014 in Tennessee.
Laureato in architettura a Venezia, sposato con due figlie, Paolo Mularoni è stato colto da un malore improvviso domenica in casa. Nel 2014 aveva avuto un ruolo chiave nell’espansione internazionale oltreoceano del Gruppo Del Conca e dopo la scomparsa nel 2016 del padre, l’ingegner Enzo Donald Mularoni, era diventato presidente di Ceramica Faetano, la capogruppo sammarinese della multinazionale familiare, guidata assieme ai fratelli Marco e Davide.
Solo pochi mesi fa, a novembre dello scorso anno, Mularoni aveva firmato l’accordo per la partecipazione di Ceramica Faetano a Expo 2025 Osaka, confermando il ruolo di partner strategico per il padiglione di San Marino. Il governo del Titano definisce la sua scomparta «un doloroso lutto non solo per la famiglia e i collaboratori, ma per l’intera comunità imprenditoriale e produttiva della nostra Repubblica». Unanime il cordoglio per il prematuro addio dell’imprenditore di vertici di Confindustria Ceramica e dell’Associazione nazionale dell’Industria Sammarinese (Anis).
La sua scomparsa amplifica il vuoto in un momento molto complicato per il settore e anche per il gruppo industriale Del Conca, che alla fine dello scorso anno ha attivato la cassa integrazione straordinaria in risposta al calo vicino al 20% sia di produzione sia di fatturato e ordini nel 2023 (e quasi 9 milioni di euro di perdite), con impatti significativi sui due stabilimenti principali: a Savignano sul Panaro (Modena), dove l’azienda ha investito negli ultimi anni 117 milioni di euro in impianti produttivi e logistici all’avanguardia tecnologica e dove lavorano 200 persone, ci sono prospettive di ripresa nel 2025. La cassa integrazione sarà infatti limitata ai primi mesi di quest’anno con l’obiettivo di tornare a pieno regime. A San Clemente di Rimini, invece, la situazione è critica. La produzione è stata sospesa, mantenendo attivi solo uffici e magazzino. L’accordo sindacale prevede la possibilità per circa 50 dipendenti (la metà degli organici) di essere trasferiti a Savignano con rimborso chilometrico e alloggio, oltre a incentivi per esuberi volontari e ricollocamenti interni.
Fonte: Il Sole 24 Ore