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Ceramica Ue, l’appello di 57 europarlamentari su energia e ambiente
Non ha precedenti l’appello trasversale che 57 europarlamentari, di tutti gli schieramenti politici e di 15 diversi Paesi, hanno firmato e inviato due giorni fa ai vertici della Commissione von der Leyen per chiedere che l’imminente Clean Industrial Deal includa misure concrete per le piccole e medie imprese e i distretti energivori, con particolare attenzione al comparto ceramico e le coinvolga in modo strutturale nei processi decisionali.
Dopo i cinque anni di Green Deal che hanno zavorrato l’industria energivora europea, mentre Usa e Cina davano gas alla competitività delle rispettive manifatture, e di fronte alla nuova impennata dei costi in bolletta, il documento promosso dalla presidente dell’Epcf-Forum ceramico del Parlamento europeo, Elisabetta Gualmini, lancia un messaggio chiaro: le nuove politiche climatiche e industriali dovranno tener conto delle peculiarità delle Pmi, per evitare distorsioni competitive, e delle aziende multi-sito, perché hanno esigenze assai diverse dai grandi gruppi e dai grandi insediamenti industriali e sono state fin qui trascurate, ma hanno un ruolo fondamentale nel garantire posti di lavoro di qualità nelle comunità locali, come riconosciuto dalla stessa presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
«Siamo in fervida attesa dei due grandi contenitori legislativi annunciati dalla Bussola sulla competitività, il Clean Industrial Deal che dovrebbe uscire il prossimo 26 febbraio, e il pacchetto Omnibus di semplificazioni – spiega la presidente Gualmini – e ci aspettiamo siano non solo efficaci ma carichi di risorse. In questo contesto, come Forum della ceramica europea abbiamo deciso di muovermi in anticipo inviando giovedì un formale ma accorato appello ai tre commissari con tre deleghe cruciali per il nostro settore: il vicepresidente francese Stéphane Séjourné (delega a Prosperità e strategia industriale), la vicepresidente spagnola Teresa Ribera (Transizione giusta, pulita e competitiva) e il commissario olandese per l’Azione climatica, Wopke Hoekstra. Non ci aspettavamo un’adesione tanto vasta e trasversale». Tra i firmatari ci sono anche gli europarlamentari Carlo Fidanza e Antonella Sberna di Fratelli d’Italia, Massimiliano Salini di Forza Italia e non solo politici dell’area progressista dei Socialisti e Democratici, cui appartiene Gualmini, come Stefano Bonaccini o Dario Nardella.
«O l’Europa si sveglia o l’Europa muore e credo finalmente che tutti gli schieramenti se ne siano resi conto, le criticità dell’attuale sistema europeo non sono più una battaglia di parte», interviene Graziano Verdi, presidente CET, la Federazione dei produttori europei di piastrelle ceramiche. E un segnale che il vento sta cambiando è arrivato anche lo scorso 5 febbraio, quando a manifestare a Bruxelles a favore delle industrie energivore c’erano i sindacati: «Noi imprenditori stiamo facendo il possibile per salvare il patrimonio industriale del Paese e protestare contro norme inique – rimarca Verdi – ma finalmente abbiamo al nostro fianco lavoratori e sindacati e trasversalmente in tutta Europa anche la politica. Oggi l’industria ceramica italiana è la più pulita e sostenibile al mondo, lo dico con la certezza di non poter essere smentito. Ci fossero tecnologie più pulite a disposizione saremmo i primi a volerle adottare. Invece regole assurde come l’ETS (Emission Trading system) o i BREF (Best Available Techniques Reference Documents) stanno spostando le produzioni in Paesi dove si usa ancora il carbone e non si rispettano i diritti umani».
Il documento sottoscritto dagli europarlamentari chiede di dare vita a un “Patto per le Pmi pulite e l’industria locale energivora”, che diventi parte integrante della prossima strategia Clean Industrial Deal e inneschi un dialogo coordinato e costante tra imprese, sindacati, istituzioni, attraverso una piattaforma strutturata, per discutere i temi chiave (oneri amministrativi, semplificazione della regolamentazione, accesso a energia e finanza a prezzi accessibili) e definire entro il 2026 un pacchetto di iniziative dedicate alle specificità di queste imprese regionali e locali.
Fonte: Il Sole 24 Ore