Cern, chi è Mark Thomson, il professore di fisica che prenderà il posto di Fabiola Gianotti
Come sempre, in questi grandi Enti di ricerca internazionali, la procedura di designazione è stata lunga e ha seguito un iter collaudato: annuncio della ricerca di un nuovo direttore generale, formazione di un comitato di valutazione delle domande, lista ristretta di tre possibili candidati, designazione.
Parliamo di un Centro che ha 2500 unità di personale residente, ovviamente di alto livello professionale, e una comunità che gravita sul Centro di circa 12000 scienziati da tutte le parti del mondo. Non si tratta quindi propriamente di una semplice ricerca di personale, per quanto qualificato, dietro ci sono governi che finanziano il Cern e richiedono giustamente una rotazione fra le nazionalità nelle posizioni apicali, ma soprattutto si richiede una visione scientifica prima ancora che manageriale, per i prossimi cinque anni. Per avere un’idea un altro dei tre arrivati in finalissima sarebbe stato, secondo l’importante giornale professionale Physics World, il fisico teorico olandese Robbert Dijkgraaf, che è stato anche ministro della scienza del suo Paese.
Thomson è molto noto nell’ambiente del Cern, ci lavora da anni, ha collaborato anche con la Gianotti, partecipando a varie riprese a esperimenti al Cern. Ha notevole esperienza manageriale, per quanto riguarda il finanziamento della Scienza, dato che è attualmente presidente esecutivo dello Science and Technology Facilities Council (STFC), una delle principali agenzie di finanziamento nel Regno Unito. In sostanza questa esperienza e il pluridecennale legame con il Cern hanno determinato quel di più rispetto agli altri due candidati. Quasi inutile dire che è uno scienziato di primo livello, lavora nel campo da sempre, ha al suo attivo un numero impressionante di pubblicazioni scientifiche ed è anche un ottimo professore, suo il libro di testo sulla Fisica Nucleare più adottato nelle Università di tutto il mondo.
Fabiola Gianotti si è detta felice della scelta e di cedergli la poltrona di Direttore Generale, soddisfazione anche nelle dichiarazioni di Antonio Zoccoli, Presidente del nostro Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, INFN, che si dice sicuro che Thomson “riuscirà a proseguire il grande lavoro di Fabiola Gianotti e dei suoi predecessori per guidare con successo il nostro laboratorio verso il futuro”.
Al di là delle meritate felicitazioni occorre dire che Thomson prende il mano il Cern in un momento non facile, quanto meno di notevole cambiamento: entro il 2030 dovrà garantire l’avvio delle operazioni con il grande acceleratore di Cern , LHC, nuovamente potenziato, e già questo non è poco, ma soprattutto dovrà convincere i governi finanziatori ad aprire la borsa per il nuovo acceleratore, su cui anche parecchi fisici non sono del tutto d’accordo: il Future Circular Collider (FCC), un anello di 91 chilometri, contro i 20 attuali, costo minimo 12 miliardi, entro cui accelerare a livelli impensabili oggi le particelle, per farle scontrare e vedere cosa ne risulta.
Fonte: Il Sole 24 Ore