Che brutti questi Europei! Meno male che c’è il tennis e arrivano le Olimpiadi

Meno male che ci sono i nostri fantastici tennisti, quel diavolo scatenato di Pecco Bagnaia e i Giochi Olimpici di Parigi alle porte (26 luglio -11 agosto) che ci fanno presagire quell’onda di entusiasmo che non ci ha più lasciato da Tokyo 2021 quando abbiamo toccato il record storico di 40 medaglie.
A parte il calcio, l’Italia sta attraversando un periodo magico. Ogni giorno spunta un nuovo campione, un nuovo talento. E non solo nell’atletica dove abbiamo quei due fenomeni di Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs. Ma anche nelle altre discipline c’è un fermento incredibile. In pochi anni abbiamo fatto passi da giganti. Nuoto, scherma, pallavolo, marcia, judo, ciclismo su pista. E ci fermiamo qua per non fare un elenco di nomi infinito.Una carica di oltre 400 atleti molti dei quali sconosciuti ai più.
Sempre abituati a lamentarci, non ci accorgiamo che, evidentemente, nello sport abbiamo lavorato bene nonostante ci siano ancora molti ostacoli nell’impiantistica – nelle scuole italiane solo due palestre su dieci sono agibili – e il divario tra Nord è Sud sia ancora profondo. C’è stata anche una fortissima accelerazione nel settore femminile. E non solo nelle discipline dove per tradizione siamo più forti.La fiorettista Arianna Erigo, anche lei portabandiera a Parigi come Tamberi, è solo una delle tante eccellenze che danno lustro al nostro paese.

Italiane, brave atlete

Una volta, quando Sara Simeoni o Federica Pellegrini,salivano sul podio, venivano considerate dei fiori nel deserto, spuntate da qualche combinazione astrale. Ora le nostra atlete vanno a Parigi a testa alta, per vincere. Non sono eccezioni, non sono perle rare, sono l’espressione di un movimento che viene da lontano, grazie a federazioni che hanno lavorato bene e alle famiglie che, nonostante lo scarso aiuto della scuola, le ha mandate in piscina, a pallavolo, in qualche centro di allenamento. Certo, come anche per i ragazzi, l’emigrazione aiuta. Ma sono giovani perfettamente inseriti che a volte, come il centometrista Chituru Ali, parlano addirittura il dialetto lombardo o comasco che siaDistratti dai teoremi di Spalletti, non ci siamo accorti che un altro mondo di maratoneti, tennisti e nuotatori stava crescendo a nostra insaputa raccontandoci delle bellissime storie che mai avremmo immaginato. E’ bello sentire questi atleti che, dopo una vittoria, raccontano con disinvoltura come ci sono arrivati. Gli sforzi dei genitori, le rinunce, gli allenamenti e quella voglia matta di gettare il cuore oltre l’ostacolo che tanto è mancata ai nostri calciatori, sempre tristi, avari di parole, preoccupati solo di non contraddirsi, di non raccontare una verità diversa da quella ufficiale.

Dove finiscono i nostri talenti calcistici?

Nei giorni successivi al disastro della nazionale, come al solito si è scatenato un grande polverone per cercare i colpevoli della debacle. Si è detto di tutto: colpa del c.t. che parlava un linguaggio esoterico che mandava in confusione i giocatori. Altri hanno accusato gli stessi giocatori di essere delle mammolette senza spina dorsale e senza la classe di Totti o Del Piero. Lo stesso presidente Gravina è stato giustamente impallinato. Soprattutto per le responsabilità di una Federcalcio che da anni non fa nulla per mutare la rotta. Dopo limbarazzante sconfitta con la Svizzera, si è ribadito una cosa evidente a tutti: che nel calcio italiano ci sono troppi stranieri. E che se questi stranieri occupano tutti i ruoli chiave delle nostre squadre più importanti è poi impossibile, anche con Guardiola o Ancelotti i npanchina, tirar fuori una nazionale decente. Sono state usate, per descrivere questa realtà, parole di fuoco. Si è anche detto che i nostri giovani sono i più bravi tra i 17 e i 18 anni. E che poi spariscono come Calafiori, costretto a cercar fortuna all’estero, visto che i nostri club lo avevano disdegnato.

Calcio mercato: come sempre, solo stranieri.

Prediche inutile. Passata la bufera. le cose hanno ripreso a girare esattamente come prima. Basta leggere le pagine dei siti e dei giornali sportivi per rendersi conto che dei giovani talenti italiani non frega niente a nessuno. L’ Inter si è buttate su Kim, il forte difensore sudcoreano che giocava nel Napoli. Nel Milan, con l’arrivo di Paulo Fonseca, il nuovo allenatore portoghese che ha sostituito Pioli, si prospettano mille nuove formazioni. Una con Emerson Royal, laterale brasiliano destro. Un’altra con Morata o Lukaku come centravanti. Poi c’è quel Fofana, centrocampista francese del Monaco. Tra i rossoneri non c’è un giocatore italiano neanche per sbaglio. Alla Roma arriva Enzo Le Fèe, centrocampista del Rennes. La Juventus fa la spesa Nizza dove vorrebbe acquistare Thuram e Todibo…. E si potrebbe andare avanti giù per li rami fino alla serie C. Solo l’Atalanta ha scommesso su Zaniolo, per il resto è un profluvio di francesi, olandesi, brasiliani e anche tedeschi come il centrocampista Dele-Bashiru che firma con la Lazio per cinque anni. E’ la fiera dei sogni. Solo che questi sogni ci costano caro. Ecco perchè rischiamo di saltare anche il prossimo Mondiale. Perchè nessuno fa nulla. Un andazzo che va bene a tutti così con il beneplacito di Federcalcio e Lega. Dopo non lamentiamoci se Spalletti, o chi per lui, dà i numeri o dice cose strane. Questo da ormai 15 anni è il calcio italiano. Un calcio che non produce più talenti. E che quando incontra Spagna o Svizzera ci fa venir voglia di spegnere il televisore o di guardare l’atletica e il tennis.

Un Europeo mediocre.

Vogliamo dirlo? Finora non è stato un grande torneo. Oltre alla finale del 14 luglio, ormai mancano solo due partite: Francia-Spagna domani a Monaco (ore21) e Olanda- Inghilterra mercoledì (ore 21) a Dortmund. A parte la Spagna, quasi sempre brillante e convincente, le altre rimaste in lizza hanno quasi sempre deluso. La Francia per prima, mai arrivata al gol su azione e con un Mbappè (forse anche per l’infortunio, però ci ha preso con l’appello al voto) ai minimi storici. Il tecnico Deschamps ha dei grandi talenti, ai quali si affida, ma con un gioco ripetitivo e senza lampi. Anche l’Inghilterra, vive sui suoi fuoriclasse, ma l’unico a brillare veramente è Saka, e alla fine con la Svizzera passa solo con i rigori. E l’Olanda? Sì, è compatta, rimonta e doma la sorprendente Turchia, per vincere deve però ricorrere a un autogol di un difensore turco, l’ennesimo autogol (il decimo) di un torneo dove le sfide più importanti finiscono ai rigori perchè i bomber, in partite bloccate, segnano col contagocce. Campioni esausti, che arrivano spompati dopo un numero esagerato di partite. Ronaldo che chiude tra le lacrime, Harry Cane mai decisivo.Anche gli arbitri vanno per rane. La svista più clamorosa è stata quella dell’inglese Taylor, reo di non aver assegnato alla Germania, scatenando le ire dei tedeschi, un evidente fallo di mano dello spagnolo Cucurella in area di rigore. Bastava guardare il Var. Ma questi arbitri sono così, hanno la tecnologia, ma non l’utilizzano per far vedere che sono bravi. Bravi 7+.

Fonte: Il Sole 24 Ore