Chi è Lara Trump, la co-presidente del Comitato Nazionale Repubblicano

L’ascesa di Lara Trump a co-presidente del Comitato Nazionale Repubblicano è l’ennesima potente dimostrazione della trasformazione del Partito Repubblicano in Partito Trumpiano.

La nuora di Trump, mercoledì 17 luglio è salita sul palco della Convention repubblicana a Milwaukee, stringendo il pugno in aria, il segno di forza ripetuto più e più volte dallo stesso Donald e subito applaudito. Avvolta in un tubino nero impreziosito da una luccicante spilla con la bandiera degli Stati Uniti, Lara ha sfruttato i riflettori per convincere gli elettori più sensibili dell’esistenza del lato umano di Trump, enfatizzando la sua figura di “nonno straordinario” per i due figli piccoli, avuti con Eric Trump.

Il 5 luglio, in un’intervista al Washington Post, Lara aveva già spiegato: “A volte, le uniche persone di cui ci si può fidare sono i familiari. Per lui [Donald Trump], purtroppo, questo è stato quasi sempre il caso”. Insomma, il partito repubblicano sta diventando una cosa di famiglia. La co-presidenza del Comitato Nazionale Repubblicano è un ruolo che si presta perfettamente a una decisione guidata dal nepotismo: il ruolo non comporta alcuna autorità o responsabilità reale, secondo lo statuto del partito. In genere, il co-presidente deve solamente raccogliere fondi e fare da “manovratore” ai raduni del GOP.

La nuora di Trump sembra sapere bene che la maggior parte degli elettori non ritiene che avrà un imprinting significativo sul partito e che non sarebbe mai arrivata lì se non fosse per la discendenza. Ma ci tiene anche ostinatamente a ricordare che è proprio l’albero genealogico che fa la differenza e apporta una qualifica di per sé: di fatto, i Trump sono alla terza campagna presidenziale.

Quando le è stato chiesto cosa può offrire oltre al cognome, Lara ha sottolineato i recenti successi per quanto riguarda la raccolta fondi: oltre 280 milioni di dollari da quando è entrata a far parte dell’organizzazione a marzo. Ha ribadito anche che, in buona parte grazie a lei, il partito si sta ora concentrando sull’integrità del voto. Lara è infatti il volto di “Protect the Vote”, una campagna lanciata per reclutare 100.000 volontari che monitorino le elezioni di novembre affinché, come dice Lara, “il 2020 non si ripeta mai più”.

Fonte: Il Sole 24 Ore