Christie’s rientra nel settore auto da collezione con Gooding&Company

L’annuncio dell’acquisto della casa d’aste californiana Gooding&Co da parte di Christie’s non ha certo sorpreso gli addetti ai lavori, che da circa un decennio si attendono il rientro della casa inglese nel settore delle auto d’epoca, inopinatamente abbandonato nel 2007 anche a seguito di un passo falso relativo all’originalità storica di un mezzo da competizione messo in vendita. David Gooding aveva già lasciato Christie’s nel 2003 per fondare la sua creatura, cresciuta fino a diventare uno dei leader del settore.

Già dal 2015 la rivale storica Sotheby’s, dopo diversi anni di collaborazione con la canadese RM Auctions, aveva deciso di acquisirla diventando ad oggi il leader del settore con il brand RMSotheby’s, e beneficiando quindi del forte incremento del mercato dell’ultimo decennio.

Secondo i dati del Classic Car Auction Yearbook di Adolfo Orsi, nell’anno a cavallo fra il 2007-2008 il mercato in asta valeva 465 milioni di dollari, quasi raddoppiati nel 2012-13 a 820 milioni di $ per superare il miliardo l’anno successivo e i due miliardi l’anno scorso 2022-23.

Ma i risultati che giungono dalle ultime cruciali tornate d’asta di agosto a Monterey suggeriscono un frenata decisa del mercato, soprattutto nei settori più legati alla speculazione avvenuta sulle auto sportive di recente produzione, e al ricambio generazionale dei compratori.

Il mercato d’asta dell’auto da collezione

Secondo il sito k500 del dealer Simon Kidston, i ricavi complessivi delle quattro case d’asta internazionali presenti in California a metà agosto hanno di poco superato i 330 milioni di $ contro i 363 milioni dell’anno precedente, di cui 104 milioni di ricavi per Gooding&Co e 154 milioni per RMSotheby’s, con la nuova arrivata Broad Arrow, dal 2022 parte del gruppo assicurativo Hagerty, distante terza a 61 milioni, e la storica Bonhams ridotta a 11 milioni di $ rispetto ai 55 milioni dell’anno precedente in cui aveva venduto l’auto più cara.

Fonte: Il Sole 24 Ore