Ciad termina accordo sulla difesa con la Francia, salta l’ultimo appiglio di Parigi nel Sahel
Il ministero degli Esteri del Ciad ha annunciato la fine dell’accordo di cooperazione sulla Difesa con la Francia, dichiarando di voler esercitare la sua «sovranità» a decenni dall’indipendenza da Parigi. In una nota diffusa via Facebook, il dicastero di N’Djamena ha sottolineato che la scelta permetterà di rivedere le sue intese «strategiche» sul lungo termine, aprendosi a collaborazioni diverse. Il titolare degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, aveva visitato il Paese solo poche ora prima della comunicazione.
Le autorità ciadiane definiscono «essenziale» la Francia e assicurano una transizione «armoniosa», ma lo strappo priva Parigi e il blocco occidentale di uno degli ultimi appigli nel contrasto al jihadismo in una regione sempre più blindata da esecutivi golpisti in rotta di collisione con gli – ex – partner occidentali e sensibili al dialogo con la Russia. A cominciare dal ricorso ai contractors nell’orbita del gruppo Wagner, una presenza che si è irrobustita sotto la presidenza di
Mahamat Idriss Déby e potrebbe ora evolversi con la probabile partenza delle truppe francesi dal Paese.
Salta l’ultimo appiglio francese nel Sahel
Le autorità francesi non hanno rilasciato commenti e non è chiaro se fossero al corrente della decisione. La cesura appena comunicata dal governo di N’Djamena si accoda agli strappi già vissuti con gli esecutivi militari saliti al potere per via golpistica in Mali, Burkina Faso e Niger e la fine della presenza militare francese (e occidentale) in una regione travagliata da violenze jihadistiche esplose quasi un decennio fa e propagate fino a lambire le coste dell’Africa occidentale.
Oggi la Francia impiega circa mille uomini nel Paese sfondo di un rapporto di collaborazione che si era sempre mantenuto proficuo e aveva garantito un’ultima ancora nel Sahel. I legami si sono allentati con l’avvento di Mahamat Idriss Déby, figlio dell’Mahamat Idriss Déby che ha governato il Paese dal 1991 al suo omicidio 30 anni dopo.
Déby figlio, prima a capo di una giunta «di transizione» e poi confermato alla presidenza ad agosto, ha intensificato i rapporti con i conctractors russi già operativi in tutti i Paesi che confinano con il Ciad: il Sudan ora affossato dalla guerra civile scoippiata ad aprile 2023, la Repubblica centrafricana, il Niger e la Libia.
Fonte: Il Sole 24 Ore