Cina, la Banca Mondiale taglia le stime di crescita: Pil 2022 solo +2,8%
La Banca Mondiale taglia le stime di crescita della Cina. Il Pil cinese è previsto crescere quest’anno del 2,8%, meno dell’8,1% del 2021 e del 4-5% stimato in aprile. Per Pechino si tratta di una forte battuta d’arresto in un’economia asiatica che invece migliora. Esclusa la Cina la regione è infatti attesa crescere quest’anno del 5,3%, in aumento rispetto al +2,6% del 2021. E’ la prima volta dagli anni ’90 che Pechino cresce meno del resto dell’Asia.
Non è l’unico dato poco positivo che riguarda l’economia della Repubblica Popolare. Gli utili delle principali aziende industriali cinesi, infatti, sono diminuiti del 2,1% su base annua nei primi otto mesi del 2022. I profitti raggiungono i 5,53 trilioni di yuan nel periodo considerato, secondo quanto rileva il National Bureau of Statistics.
L’andamento dell’economia sarà probabilmente il convitato di pietra al prossimo Congresso nazionale del Partito comunista, in programma dal 16 ottobre. I media di Stato cinesi hanno pubblicato oggi la lista dei 2.296 delegati – tra cui 620 donne circa – che prenderanno parte al XX Congresso, a chiusura delle procedure di scelta dei partecipanti che dovranno nominare il nuovo Comitato centrale e i due organi decisionali di vertice: il Politburo e il suo Comitato permanente. In evidenza, nell’elenco diffuso dall’agenzia Xinhua, c’è il nome del presidente Xi Jinping, “nucleo” del partito, dopo le voci circolate da venerdì e diventate virali sui media indiani e sui social internazionali su un presunto colpo di Stato in Cina con il segretario del Pcc agli arresti domiciliari.
Secondo gli analisti di Eurasia Group, l’assenza di Xi dopo il primo viaggio all’estero in quasi tre anni fatto a metà settembre a Samarcanda, in Uzbekistan, ha alimentato le speculazioni che la sua leadership sia stata contestata, ma «sembra aver avuto origine da attori dei social media che sono comuni fornitori di disinformazione».
Fonte: Il Sole 24 Ore