Cinecittà, rivisto il bilancio 2023 con chiusura in perdita per 6,7 milioni
Non più un utile di 1,3 milioni, bensì una perdita di 6,7 milioni nel 2023 per Cinecittà. L’assemblea dei soci – il ministero dell’Economia che detiene la totalità delle quote e il ministero della Cultura che ne esercita i diritti – ha preso atto ieri sera, giovedì 12 dicembre, delle conclusioni di Price Waterhouse Cooper, incaricata di far luce sugli ultimi due bilanci che avevano in calce l’asseverazione di EY.
A questo punto, con un rosso di bilancio anzichè un utile, si agirà sui saldi, con una zavorra che andrà a pesare sul 2024. Nel frattempo l’assemblea dei soci ha comunque invitato il collegio sindacale e il cda a valutare se siano state poste in essere azioni tali da arrecare pregiudizio alla società durante la precedente gestione dell’ex ad Nicola Maccanico.
A pesare, tecnicamente, secondo quanto emerso in assemblea ieri sarebbe stata la mancata registrazione di una nota di credito di 2,5 milioni a favore di Fremantle (che con Cinecittà ha un accordo di cinque anni per l’occupazione di studios) e una errata capitalizzazione di costi (che non si sarebbe dovuta fare). La manovra avrebbe così, nei fatti, coperto quella si è tramutata in una perdita di bilancio generata, a quanto poi emergerebbe dal lavoro di Pwc, da una gestione commerciale che nonostante l’aumento di fatturato comportava margini operativi prossimi allo zero.
A questa rettifica si unisce un 2024 partito in salita. Nel solo primo semestre le perdite sarebbero balzate a 13 milioni per la “cittadella del cinema” nata nel 1937, tornata pubblica nel 2017 e dal 2021 diventata Spa, che ha goduto negli ultimi anni della fase espansiva con il boom di richieste da parte dei produttori storici come delle piattaforme dell’on demand.
L’onda lunga degli scioperi a Hollywood, ma anche l’attesa per la pubblicazione della riforma del tax credit, hanno indubbiamente frenato l’arrivo di produzioni. Va ricordato che il decreto interministeriale sul nuovo tax credit per cinema e audiovisivo è del 10 luglio, con pubblicazione il 14 agosto sul sito del Mic e successiva presentazione alla Mostra del cinema di Venezia il 31 agosto. Il tutto dopo un aspro dibattito fra chi ha definito questo provvedimento – al quale ha lavorato in prima linea la sottosegretaria Lucia Borgonzoni – non adeguato in considerazione di maglie e criteri bollati come troppo stringenti e penalizzanti per le produzioni e, dall’altra parte, il Mic schierato in difesa dei nuovi criteri pensati per correggere quelle che sono state considerate come storture della precedente Legge Franceschini.
Fonte: Il Sole 24 Ore