
Cinema, la produzione corre ma gli incassi sono la metà rispetto al pre-covid
La produzione corre. Le domande di tax credit per le opere cinematografiche sono quadruplicate fra il 2019 e il 2021 passando da 123 (74 “opere di finzione”, una di animazione e 48 documentari) a 483 (301 opere di finzione, 167 documentari e 15 prodotti di animazione). Dall’altra parte in Italia il cinema si trova a fare i conti con un box office (169 milioni gli incassi, con 24 milioni di presenze in sala al 22 agosto) che va meglio rispetto agli ultimi due anni falcidiati dalla pandemia, ma con numeri dimezzati rispetto agli anni pre-Covid (nel 2019 gli incassi furono per 355,6 milioni).
Il settore guarda così alla Mostra internazionale del Cinema di Venezia, arrivata alla 79esima edizione e al via il 31 agosto, come a un momento spartiacque. Ci si aggrappa ai segnali positivi. A partire dalla crescita al botteghino: +11% gli incassi e +5% le presenze rispetto al 2020, con numeri quadruplicati rispetto al 2021 che però per le difficoltà della prima parte dell’anno non fa testo. E dopo la spinta garantita da “Top Gun: Maverick” con Tom Cruise, giovedì 18 sul grande schermo è arrivato “Minions 2”, che in poco più di una settimana e una manciata di anteprime ha incassato quasi 8 milioni. Sono seguiti, l’altroieri, “Bullet Train” (l’action movie di cassetta con Brad Pitt) e “Crimes of the future” di David Cronenberg.
«Il grande punto di svolta nella comprensione delle dinamiche del rapporto fra pubblico e cinema – spiega Benedetto Habib, presidente dell’Unione dei Produttori dell’Anica – sarà a settembre. Al momento si è scontata anche la mancanza di prodotto per riportare la gente in sala. Ora ci sono segnali interessanti di ritorno del pubblico. Certo: in modo non omogeneo, trainato dai grandi prodotti internazionali».
Considerazione, questa, che richiama uno dei grandi problemi strutturali del cinema italiano: l’eccesso di produzione, magari con budget e qualità non particolarmente competitivi. C’è anche questo dietro al possibile rovescio della medaglia di un tax credit che ha rappresentato la vera impalcatura che ha permesso al settore di reggere. Tante richieste, ma tutte valide?
Intanto gli stanziamenti per il credito d’imposta sugli investimenti cinematografici sono saliti dai 116 milioni del 2019 ai 140 del 2020 e ai 170 del 2021, salvo poi riscendere a 125 milioni nel 2022. Stesso discorso per l’ammontare effettivamente usato in F24: 87,3 milioni tre anni fa, 123,3 milioni due anni fa e 153 milioni l’anno scorso. Resta da capire come chiuderà il 2022.
Fonte: Il Sole 24 Ore