«Cinema, serve una crescita dimensionale delle società»

«È chiaro che ci sono ampi margini di miglioramento. Ma quella italiana è la seconda cinematografia nazionale in Europa dopo quella francese. Si può e si deve partire da questo». Alessandro Usai, 53 anni, è stato professore all’Università Bocconi, consulente dell’allora Ministro Urbani, direttore di Cinecittà, ad di Mikado Film e da 14 anni ceo di Colorado Film. Ed è da ieri a tutti gli effetti il nuovo presidente di Anica, Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Digitali. Succede a Francesco Rutelli alla guida di un’associazione che è tanto cambiata negli anni, così come mutato è il mercato di riferimento: il cinema va ben oltre la sala, abbracciando anche tutto quel mondo delle piattaforme che l’Anica ha deciso di considerare più partner che avversari.

Lei arriva a guidare per 4 anni l’associazione che rappresenta un mondo che dopo il Covid fatica. C’è il rischio di un’implosione del mercato del cinema in Italia?

Non direi. È evidente che i livelli pre-Covid siano ancora da riprendere, ma ci sono segnali positivi. Io sono convinto, e non potrebbe del resto essere altrimenti visto il ruolo che ho accettato di ricoprire, che il cinema abbia un futuro. È stato dato per morto molte volte. Non è così. C’è un aspetto che spesso è trascurato.

A cosa si riferisce?

Il cinema riesce a trarre il massimo dall’eventizzazione. Creare eventi attorno a un film è un punto di forza. Quanto alle piattaforme di videostreaming on demand anche loro stanno iniziando a realizzare un po’ di più l’importanza del passaggio cinematografico in sala, che dà poi valore anche ai passaggi successivi.

Fonte: Il Sole 24 Ore