Citroën con la C3 Aircross rilancia il formato famiglia

Citroën è formalmente ritornata. Non che fosse sparita dai radar, tutt’altro, ma sono bastati due modelli, le rifondate C3 e C3 Aircross per la prima volta nelle varianti elettrica, ibrida e benzina, più un’estetica chip, un mix insomma che ha cambiato i connotati di un brand con una grande storia alle spalle. Chissà forse sarebbero piaciute anche al fondatore André Citroën.

Buona la prima, la eC3 in particolare, con la derivata l’Aircross fino a 7 posti che promette bene. Più lunga di 23 cm rispetto dell’attuale fino a 4,39 metri ha una larghezza superiore fino a 1,79 metri oltre ad una altezza superiore di 1,66 metri per garantire la migliore abitabilità anche coi 7 posti. Gli interni sono gli stessi dell’ultima e rivoluzionaria C3: la plancia su due livelli e per la prima volta con l’head-up display. Passando alle motorizzazioni la nuova C3 Aircross è disponibile in tre varianti, la termica a benzina col motore 3 cilindri turbo di 1.200 cc da 100 cv abbinato al cambio manuale a 6 marce. L’ibrida leggera a 48 Volt con lo stesso motore 1.200 associato all’unità elettrica da 28 cv e integrato nel cambio automatico a doppia frizione e 6 marce per la potenza di 136 cv.

La terza è la 100% elettrica disponibile solo a 5 posti con un motore da 133 cv alimentato da una batteria da 44 kWh per circa 300 km di autonomia che in corrente continua accetta una potenza max di 100 kW impiegando 26 minuti per ricaricare dal 20% fino all’80 per cento.

L’anno prossimo è, poi, in arrivo la versione con batteria da 54 kWh e un’autonomia di 400 km. Gli allestimenti sono sempre gli stessi del C3, la You con le sospensioni Advance Comfort e gli smorzatori idraulici, sei airbag, il climatizzatore manuale, la smartphone station al posto del touchscreen dell’infotainment, il cruise control con limitatore della velocità, i sensori di parcheggio posteriori, i fari a Led anteriori e le ruote da 16 pollici.

La vettura sfrutta la piafforma Smarcar usata anche per la nuova Fiat Grande Panda

Fonte: Il Sole 24 Ore