Cittadinanz,a le nuove richieste mettono in crisi uffici e tribunali

La forte crescita delle richieste di riconoscimento della cittadinanza per ius sanguinis sta mettendo in difficoltà uffici comunali, consolati e tribunali, cioè i soggetti cui il cittadino straniero può rivolgersi per ottenere il passaporto italiano. Infatti il riconoscimento della cittadinanza (un diritto stabilito fin dal 1865 per garantire ai figli degli emigrati di mantenere il legame con l’Italia) si può far valere per via amministrativa con una richiesta al Comune in cui l’avo italiano risiedeva se anche il richiedente risiede nello stesso Comune o, se risiede all’estero (ed è la grande maggioranza dei casi), rivolgendosi all’ufficio consolare territorialmente competente.

Se i tempi di attesa del canale amministrativo sono molto lunghi ci si può rivolgere al tribunale. La via giudiziale è poi l’unica percorribile se l’antenata era una donna poiché prima del 1948 la trasmissione del diritto era solo per via paterna.

La stessa indagine conoscitiva svolta nei mesi scorsi dall’Anusca con il supporto dell’Istat (si veda l’articolo in alto) è nata dalle sollecitazioni dei Comuni preoccupati dall’aumento delle procedure: dal 2021 al 2023, le pratiche trattate dai 5.019 Comuni che hanno risposto sono più che raddoppiate, passando dalle 23.569 del 2021 alle 49.815 del 2023, con 61.328 riconoscimenti di cittadinanza (in una pratica possono esserci più richieste di discendenti dallo stesso avo).

All’estero consolati e ambasciate sono sotto stress, soprattutto in Brasile e in Argentina, con liste d’attesa molto lunghe: in alcune sedi si parla di oltre dieci anni per avere un appuntamento. Secondo l’indagine Anusca-Istat, nel 2023, il 68,5% dei nuovi passaporti italiani è stato attribuito a cittadini brasiliani e il 19,9% a cittadini argentini. «È un’ondata collegata alla discendenza degli emigrati tra il 1876 e il 1925 – spiega Giancarlo Gualtieri, responsabile Istat dell’area Presenza straniera e integrazione dei cittadini con background migratorio –. Nelle Americhe furono quasi nove milioni, di cui 3,5 in Brasile e Argentina, Paesi in cui le crisi economiche e politiche stanno spingendo le persone a recuperare il passaporto italiano poiché apre le porte dell’Unione europea e permette un accesso più facile anche negli Stati Uniti. In futuro i flussi potrebbero mantenersi consistenti».

Visto l’affanno di consolati e ambasciate, molti residenti all’estero presentano la domanda in tribunale: fino a giugno 2022 l’unico foro competente era quello di Roma; la riforma della giustizia ha poi deciso di decentrare queste controversie sul territorio, affidandole alle sezioni immigrazioni dei tribunali in base al comune di nascita del genitore o dell’avo.

Fonte: Il Sole 24 Ore