Clima: la mappa europea degli eventi estremi

Clima: la mappa europea degli eventi estremi

Le regioni europee pagano salato i cambiamenti climatici. Un bilancio che cresce anche quando non si vede. Se le immagini di eventi come le alluvioni a Valencia e in Emilia-Romagna, non diversamente da quelle degli incendi di Los Angeles, infatti, fanno il giro del mondo, non finiscono sulle prima pagine dei giornali ma presentano il conto decine di altri eventi estremi che influenzano agricoltura, produzione idroelettrica, export e infrastrutture.

Se nel 2024 sono stati luglio e agosto per il gran caldo e settembre con il ciclone Dresda i mesi più neri in Europa, anche nel novembre scorso, quando il tema dei cambiamenti climatici non era al centro della scena, erano 23 le regioni europee colpite da eventi climatici estremi, solo considerando i più gravi e anomali. E tra queste, in Italia, le Marche.

A monitorare quanto accade è l’European Extreme Events Climate Index (E3CI) che raccoglie una serie di indicatori in una mappa costantemente aggiornata e che considera temperature estreme massime e minime, siccità, precipitazioni, grandine, incendi e venti estremi. Al livello più alto erano a novembre, ad esempio, quasi tutte le regioni dell’Islanda per temperature sopra la media e incendi, così come la regione di Finmark in Norvegia per precipitazioni estreme e, sempre in Norvegia, la regione di Stranda per incendi. Le Marche sono finite nella lista per venti forti. Tutto questo in un mese, appunto, tutto sommato non così drammatico.

«Molto spesso noi, giustamente, valutiamo gli impatti in termini di salute umana e impatto sulle comunità. A novembre scorso si è trattato soprattutto di temperature alte anomale per il periodo. Questo non porta danni visibili, perché per quanto alte si trattava di novembre. Ma, la situazione anomala potrebbe comportare danni considerevoli per l’agricoltura, per cui queste variazioni hanno un peso», spiega Guido Rianna, Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, che cura l’European Extreme Events Climate Index con IFAB e Leithà.

Fonte: Il Sole 24 Ore