Cnel: la Pa si è irrobustita ma restano difficoltà nei servizi scolastici, sanitari e nei rifiuti

Servizi sociali e nidi

Sul fronte dei servizi sociali, al Sud i livelli di impegno finanziario (95 euro pro capite) sono sempre più bassi di qualsiasi altro territorio (124 euro Nord-Est, 129 euro Centro, 134 euro Nord-Ovest), a fronte di un contesto in cui il tasso di deprivazione socio-economica è molto più elevato. Anche i servizi per il nido sono particolarmente arretrati al Sud, con tassi di copertura ben al disotto della media (pari al 7%, contro l’18,5% del Nord-Ovest, il 21% del Nord-Est e il 22% del Centro).

Le differenze dimensionali

In generale, si conferma l’antieconomicità dei piccoli Comuni, sebbene il principio “piccolo è bello” possa trovare validità in alcuni ambiti, come l’istruzione, il territorio, la viabilità e, in particolare, nei servizi sociali. In quest’ultima funzione ciò è legato al minore bisogno presente nei piccoli enti. Tuttavia, tale dinamica positiva si riscontra soprattutto nelle aree del Centro e del Nord, e non nel Sud.

I Comuni di piccole dimensioni (0-3.000 abitanti) registrano una spesa amministrativa di 250 euro pro capite, superiore dell’80% rispetto ai Comuni di medie dimensioni (10.000-59.999 abitanti, 140 euro) e più del doppio rispetto al benchmark ottimale dei Comuni del Nord-Est (60.000-99.999 abitanti, 102 euro).

I segnali di miglioramento

Emergono trasversalmente diversi aspetti positivi e segnali di miglioramento, a partire da una diffusa crescita di consapevolezza generalizzata rispetto all’importanza degli obiettivi di efficienza, efficacia, qualità e raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e di benessere equo e sostenibile, sia a livello di amministrazioni, che di operatori, che di utenti. Cui si affianca l’impegno profuso da molte amministrazioni nel mettere in campo sforzi adeguati e sempre maggiori per il miglioramento dell’impatto delle politiche sulla situazione del paese.

Tutto ciò si riverbera in alcuni importanti progressi registrati nell’ambito del programma BES, i cui indicatori, relativi al 2023, mostrano miglioramenti a livello nazionale per la speranza di vita (83,1 anni, 6 mesi in più del 2022), la salute degli anziani (37,8% la quota di anziani in buona salute), gli anni di vita senza limitazioni funzionali (10,2), la mortalità evitabile ed alcuni comportamenti a rischio (come il fumo e la sedentarietà).

Fonte: Il Sole 24 Ore