Colf, con il credito di imposta al 50% una famiglia risparmierebbe 9.425 euro all’anno
Per il 42,3% delle famiglie la spesa per colf è difficilmente sostenibile
A luglio 2024 il 42,3% delle famiglie che si avvalgono dei servizi forniti da un collaboratore domestico regolare ha dichiarato che tale spesa è diventata difficilmente sostenibile. A preoccupare, secondo la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, è anche il trend dell’ultimo biennio, dal quale emerge un costante aumento delle difficoltà familiari. Rispetto alle indagini condotte nel gennaio 2023 e luglio 2023, aumenta la quota di famiglie che considera insostenibili i crescenti costi, passata dal 25,6% (gennaio 2023), al 36,9% (luglio 2023) al 42,3% (luglio 2024).
Le famiglie con livello di benessere economico medio sono quelle che registrano l’aumento più significativo delle difficoltà: la quota di quante giudicano la spesa per collaboratori domestici difficilmente sostenibile raddoppia, passando dal 27,9% del gennaio 2023 al 55,2% del luglio 2024. Tra quelle con livello economico basso e medio-basso si confermano le criticità già rilevate nelle precedenti rilevazioni: sono quasi otto su dieci a valutare la spesa per colf e badanti non più sostenibile.
Il Modello francese
La Francia, che già 30 anni fa ha avviato riforme virtuose in ambito domestico che hanno consentito di abbattere del 30% il lavoro irregolare, offrendo al contempo un sostegno significativo a famiglie e lavoratori. A maggio 2024 Assindatcolf ha organizzato un incontro tra l’Intergruppo parlamentare sul lavoro domestico e una delegazione francese per studiare il “modello francese”, un articolato sistema di agevolazioni che prevede uno sgravio di 2 euro per ogni ora lavorata dal domestico e un credito di imposta per il datore al 50%.
La combinazione di questi elementi produce un abbattimento di oltre la metà del costo a carico della famiglia, che da 20,27 euro (costo orario comprensivo di paga – pari a 11 euro – e di contributi previdenziali) diventa di 9,13 euro. Un meccanismo universale, immediatamente utilizzabile (quindi anche con anticipo rispetto ai tempi della dichiarazione dei redditi) e dematerializzato perché online.
Il sistema italiano
La regolarizzazione del 2020 ha favorito l’emersione di un numero importante di collaboratori domestici, portando il tasso di irregolarità al 51,8%, ma secondo le stime della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro c’è da attendersi che la contrazione occupazionale del lavopro domestico degli ultimi due anni si accompagni a una risalita del lavoro nero stimabile attorno al 54% per il 2023. In base a queste proiezioni nel 2023 su 1.384.000 lavoratori domestici, 632mila risultano regolari e 753mila irregolari.
In Italia un datore di lavoro domestico ha diritto ad accedere a limitate e insufficienti agevolazioni fiscali, come la deducibilità dei contributi versati per la propria colf, badante o baby-sitter ma nel limite massimo di 1.549,37 euro l’anno. Solo nel caso di una badante assunta per assistere una persona non autosufficiente con reddito al di sotto dei 40 mila euro è prevista una minima detrazione di quanto si è speso per lo stipendio, per un massimo di 399 euro l’anno, ovvero il 19% di 2.100 euro
Fonte: Il Sole 24 Ore