Colf e badanti: meno occupati regolari, crescono i costi e più donne lasciano il lavoro per assistere i familiari

Secondo l’indagine Family (Net) Work svolta a luglio 2024 su un campione di 2.015 famiglie aderenti ad Assindatcolf e Webcolf, per molti nuclei che si avvalgono dei servizi forniti da una badante affrontano ogni mese un costo superiore al 50% del reddito mensile. Il 57,7% delle famiglie dichiara che il costo della badante assorbe oltre il 50% del reddito disponibile e il 32,4% afferma che questo supera il 70%.

Cifre ormai insostenibili non solo per le famiglie a basso reddito, ma anche per il ceto medio (le famiglie che fanno fatica a sostenere queste spese passano dal 27,9% del gennaio 2023 al 55,2% del luglio 2024).

L’offerta di lavoro, molto ampia in passato, si sta restringendo. Le famiglie italiane hanno problemi a reclutare la persona giusta per il tipo di lavoro da svolgere (68,7%), e faticano nel reperire le figure disponibili (21,5%). Manca il ricambio generazionale nel settore: se nel 2014, su 100 badanti, 24 avevano meno di 40 anni e 12 più di 60 anni, nel 2023, la quota di under 40 risulta quasi dimezzata (14,2%), mentre quella degli over 60 più che raddoppiata (29,1%).

Più donne rinunciano a lavorare per occuparsi dei problemi familiari

L’altra faccia della medaglia è che la crescita dei costi per l’assistenza porta sempre più donne a rinunciare al lavoro. Tra il 2018 e il 2023, a fronte di un incremento generalizzato dell’occupazione femminile, la quota di donne che scelgono di non lavorare per motivi di carattere familiare, sono passate da 2.525 mila a 2.659 mila, per un incremento del 5,3%.rispetto al 2018 .

L’aumento più significativo si ha tra le 55-64enni: sono +219mila ad aver rinunciato al lavoro (il 34,7% in più rispetto al 2018), ovvero nella fascia d’età in cui possono potenzialmente concentrarsi diversi carichi di cura: verso genitori anziani ancora in vita, i nipoti, il coniuge.

Fonte: Il Sole 24 Ore