come creare un ambiente di lavoro inclusivo

Si stima che circa una persona su sette presenti una forma di neurodiversità: questa condizione può assumere diverse sfumature, nel pensiero e nel comportamento, caratterizzando ogni individuo per differenti elementi di forza e debolezza. Così come alle piante serve il terreno giusto per crescere, gli esseri umani hanno bisogno di un ambiente sociale e professionale che non stigmatizzi ma, al contrario, sia in grado di valorizzare differenze e unicità. Una cultura aziendale inclusiva nei confronti della neurodivergenza è un ulteriore passo verso un approccio intersezionale alla diversità, in grado di offrire sul luogo di lavoro nuovi punti di vista, idee e competenze, ma anche di generare impatto sociale.

Valorizzare la neurodiversità in azienda a partire dalla consapevolezza

La principale sfida per le aziende e per la società, oggi, è la consapevolezza. Veniamo educati, sin dalla scuola, all’idea che prestare attenzione voglia dire stare seduti delle ore ad ascoltare una lezione frontale, ed è così che maturiamo convinzioni che ci portiamo dietro anche da adulti sul lavoro: dall’assunto che una riunione sia efficace solo guardandosi negli occhi, al dare per scontato che chiunque si trovi a suo agio in un open space affollato.

Per rendere l’ambiente professionale sempre più inclusivo, è fondamentale che la consapevolezza attraversi tutto il tessuto aziendale, comprese e, anzitutto, le persone neurodivergenti: sono proprio loro, infatti, a poter incontrare per prime sul posto di lavoro difficoltà ad adattarsi alle situazioni o a svolgere determinati compiti. Occorre che leader e manager abbiano le idee chiare su ciò che occorre alla propria organizzazione per migliorare i processi o la progettazione degli uffici in chiave inclusiva; che sappiano, tuttavia, relazionarsi alla neurodivergenza in modo costruttivo, offrendo feedback bilanciati, senza volere proteggere o categorizzare chi ha una neurodiversità. Questo atteggiamento dovrebbe essere condiviso da chiunque faccia parte dei team di lavoro, senza avere paura di mostrare le proprie vulnerabilità e valorizzando i punti di forza.

Il valore aggiunto delle persone neurodivergenti nei team di lavoro

Pensare o vivere le emozioni in modo diverso costituisce sempre un valore aggiunto. La condizione di neurodivergenza può riflettere una spiccata capacità di problem solving, il riuscire a concentrarsi anche sotto pressione o l’abilità nella pianificazione. Nello specifico, gli individui dislessici possono dimostrare una notevole capacità verbale e mentalità creativa, in grado di risolvere temi annosi. In altri casi, l’autismo si può accompagnare a una certa attenzione per i dettagli e all’abilità nel pensiero logico. La sindrome da deficit di attenzione (ADHD), porta ad affrontare la pianificazione come una sfida e, al contempo, con molta concentrazione. È, dunque, importante per il management e per chi fa parte dello stesso team di lavoro avere consapevolezza di questi aspetti e focalizzarsi sui talenti di ciascuno.

L’inclusione a partire dalla ricerca dei talenti

Rendere inclusivo il processo di ricerca dei talenti è una sfida tanto per le organizzazioni, quanto per gli individui. Bisogna, per esempio, considerare il luogo in cui si svolge il colloquio: un ambiente rumoroso o ad alto contenuto sensoriale può rendere molto difficile concentrarsi. Per molte persone è importante, in fase di colloquio, conoscere con chiarezza tutte le fasi del processo di selezione e cosa accadrà in seguito: è, quindi, preferibile fornire il maggior numero di informazioni e rendere esplicito ciò che accadrà nelle fasi successive, in modo da ridurre l’incertezza. Occorre tenere presente anche chi non desidera dichiarare la propria neurodiversità in sede di colloquio, per riservatezza o per paura dello stigma o, forse, anche perché non direttamente consapevole: se un’azienda dimostra sin dal colloquio di essere inclusiva, per gli individui neurodivergenti sarà più facile aprirsi su ciò di cui hanno bisogno ed essere a proprio agio sin dalle fasi iniziali.

Fonte: Il Sole 24 Ore