come i pensieri negativi automatici sabotano il cambiamento”

Quando stiamo per affrontare un cambiamento, piccolo o grande che sia, legato alla sfera professionale o alla dimensione privata della nostra vita, spesso la sensazione è di trovarsi su un veloce ottovolante emotivo che, una curva parabolica via l’altra, alternando ripide salite e repentine discese, ci sballotta da tutte le parti.

In questo metaforico giro di giostra, dove un momento ci sentiamo indistruttibili, pronti, decisi e subito dopo inermi e sconsolati, spesso si presentano nella nostra testa dei pensieri che cercheranno di sabotare le nostre migliori intenzioni di cambiamento.

Sono delle catene invisibili che ci impediscono di esprimere interamente il nostro potenziale, quei sabotatori interni, quelle vocine, che tutti noi abbiamo, che ci suggeriscono di non agire, di non fare, di non rischiare mai, perché non ce la faremo, perché non siamo all’altezza, perché non lo meritiamo.

Negli anni ’60, Aaron T. Beck, psichiatra e psicoterapeuta americano, mentre lavorava alla propria teoria cognitiva della depressione, ha osservato e studiato queste vocine interiori dandogli l’etichetta di ANTs (Automatic Negative Thoughts).

Gli ANTS sono pensieri negativi che si manifestano in modo automatico nella mente di una persona, tendono a essere pessimistici, fortemente autocritici, semplicistici, e possono influenzare negativamente lo stato emotivo, la propensione all’azione e l’autoefficacia.

Fonte: Il Sole 24 Ore