Come scegliere (e quando) il primo smartphone della vita per ragazzi e ragazze

Secondo una recente ricerca di Milano-Bicocca e SUPSI sui dati Invalsi, l’uso intensivo e precoce degli smartphone nei ragazzini non favorisce l’apprendimento. Per quanto riguarda i social, sostiene Marco Gui, direttore del Centro Benessere Digitale di Milano-Bicocca (Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale), i risultati rischiano di essere ancora peggiori in termini di prestazioni scolastiche. Chi ha creato il proprio profilo prima della quinta elementare, all’esame di terza media, ha avuto una valutazione inferiore di quasi un punto rispetto a chi non è sbarcato sui social o lo ha fatto dopo l’esame. Un punto, per capirci, non è affatto poco. Questo non implica un rapporto causa-effetto, ma sicuramente è uno dei fattori che non aiuta a migliorare il rendimento scolastico.

Volendo, in ogni caso, limitare i danni, ci sono alcune indicazioni che i genitori possono seguire prima di acquistare il primo smartphone.

In primis, ragioniamo in termini di portafoglio. Meglio schermi più piccoli, anche perché significano smartphone più economici. Un pannello da 6,1 pollici è un ottimo compromesso sia nel mondo Android che in quello iPhone. A questo proposito, sono valide alternative gli smartphone ricondizionati: un usato sicuro e di ottima qualità. Qualche nome? Swappie, Refurbed, ma è bene tenere d’occhio anche le offerte dei produttori che ritirano l’usato.

Da un po’ di anni, poi, è di moda fare sottoscrivere un vero e proprio contratto al figlio nel momento in cui gli viene consegnato il primo smartphone, in cui fissare tempi di uso e contenuti consentiti. Per chi non si fida, è opportuno munirsi di applicazioni di parental control per gestire sia il tempo che la qualità dei contenuti dei propri figli. Le applicazioni sono molte. Per chi usa Android, è ottima l’applicazione Family Link di Google, che consente ai genitori di monitorare e controllare l’uso dei dispositivi mobili da parte dei loro figli. Per i fan della Apple, va benissimo “Tempo di Utilizzo”, che forse è una delle migliori.

Una provocazione è quella di guardare anche dalla parte dei feature phone, ribattezzati dumb phone, o per essere più chiari, telefoni per anziani. Parliamo di dispositivi essenziali che servono per telefonare, mandare SMS e accedere a WhatsApp, che è sempre più uno strumento di lavoro, se pensiamo anche solo alle chat di classe. Sono telefoni anni Novanta che recentemente sono tornati di moda proprio come reazione agli effetti dello scrolling insensato. Niente videogiochi, social e video. Vostro figlio/a potrebbe tirarveli dietro, ma almeno all’inizio può essere un’idea. Quantomeno, per guadagnare tempo.

Fonte: Il Sole 24 Ore