come sta rivoluzionando il futuro del lavoro”
L’intelligenza artificiale sta influenzando il mondo del lavoro, chiaramente, con alcuni ambiti più coinvolti di altri. Lo studio Future of Work Trend Report che abbiamo recentemente pubblicato, identifica, in particolare, tre grandi aree che stanno subendo cambiamenti significativi in seguito alla diffusione dell’intelligenza artificiale in azienda: le persone, le competenze, e il ruolo della funzione Risorse Umane.
La corsa al futuro si è intensificata con l’AI. Le aziende con cui collaboriamo vogliono sapere come far evolvere la composizione della loro forza lavoro e quali misure devono adottare per garantire che le loro persone abbiano le competenze e le qualifiche necessarie per operare efficacemente con l’AI. Altre tendenze globali, come il cambiamento climatico e l’ingresso delle nuove generazioni in azienda, rappresentano ulteriori sfide che coinvolgono tutti. Anche nella nostra azienda stiamo esplorando nuovi scenari per determinare quali competenze ci serviranno tra 5-10 anni, come cambieranno i ruoli e le attività e quale livello di AI e robotica sarà richiesto nei diversi team. Immaginare dove saremo tra cinque anni non è facile, il che rende le cose ancora più complesse, ma molto interessanti.
A differenza di altre rivoluzioni tecnologiche del passato, l’attuale sviluppo dell’AI rappresenta un cambiamento fondamentale nell’interazione tra uomo e macchina. Secondo il World Economic Forum, entro il 2025 nasceranno 97 milioni di nuovi posti di lavoro per permettere a uomini e macchine di lavorare insieme. E’ un invito a imparare adesso a lavorare con l’AI, anche apprendendo a delegare alcuni compiti. L’AI generativa viene già utilizzata in azienda: si va dalla ricerca e dall’analisi dei dati alla creazione di report, presentazioni e verbali di riunioni.
Un nuovo rapporto tra uomo e macchina
È possibile che in futuro ci occuperemo di compiti con un focus completamente diverso. Ad esempio, potremo svolgere compiti che non possono o non devono essere affidati all’intelligenza artificiale perché richiedono decisioni che attualmente sono al di là delle sue capacità, come la creatività, il pensiero strategico o il giudizio morale. Di contro, a seconda del ruolo, che si tratti di sviluppo, vendite, consulenza o altro, ci sono applicazioni specifiche dove l’AI può fare la differenza. Tuttavia, si tratta anche di sviluppare una certa mentalità che implica una grande riflessione su noi stessi: in cosa sono più bravo e cosa posso fare meglio dell’AI? Dove posso applicare al meglio le mie competenze?
Credo che questo aspetto diventerà sempre più rilevante. Con una maggiore attenzione alle competenze e al potenziale piuttosto che a profili di ruolo rigidi, si può creare una fluidità maggiore nell’organizzazione. Le persone diventeranno sempre più flessibili e non avranno bisogno di cambiare ruolo o divisione per assumere compiti che corrispondono alle loro competenze e ai loro interessi. È una grande opportunità per aumentare la soddisfazione di tutti sul lavoro.
Fonte: Il Sole 24 Ore