Commerz, il Governo tedesco avvia un’indagine sulla vendita a UniCredit

Si complica sempre di più il dossier Commerzbank e i malumori nei confronti della scalata da parte di UniCredit vengono alla luce in tutta la loro evidenza. Dopo le contestazioni, immediate, dei sindacati e le perplessità in alcuni ambienti politici, si muove ora il Governo di Berlino, con una indagine interna sulla vendita di una quota delle proprie azioni nella banca tedesca, che ha permesso al gruppo italiano di mettere insieme una partecipazione importante e dare il via all’ambizioso tentativo di fusione.

Collocamento sotto la lente

La Cancelleria vuole analizzare il collocamento, che è stato supervisionato dall’Agenzia finanziaria tedesca. Sotto esame c’è la sequenza degli eventi che hanno portato alla vendita delle azioni e il motivo per cui nessuno dei soggetti coinvolti sembra aver previsto la possibilità che un investitore strategico acquistasse l’intera tranche del 4,5% del capitale di Commerzbank. Come dire che l’esito dell’operazione suscita insoddisfazione. Il ministero delle Finanze è già stato chiamato a riferire in Parlamento.

L’amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, è riuscito a mettere insieme il 9% di Commerzbank, facendo della banca italiana il secondo azionista in una notte. Orcel ha successivamente dichiarato di valutare una fusione.

Berlino in contropiede

Sorprendentemente, Berlino sembra essere stata colta di sorpresa: a quanto pare, il Governo si aspettava che gli investitori istituzionali acquistassero piccole quantità di azioni. Il potente sindacato Verdi, che teme tagli di posti di lavoro, ha subito promesso che si opporrà «con le unghie e con i denti» alla fusione e membri dei partiti di opposizione della Cdu e della sinistra radicale di Alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw) hanno espresso preoccupazione.

L’investimento non avrebbe dovuto essere una sorpresa, ha detto Orcel in un’intervista a Bloomberg TV nei giorni scorsi, aggiungendo che il Governo tedesco era «ben consapevole» del fatto che UniCredit aveva già accumulato una quota del 4,5% in Commerzbank, al momento della vendita delle azioni in mano allo Stato.

Fonte: Il Sole 24 Ore