Commissioni parlamentari, quando può sendere in campo il “panchinaro” della maggioranza

Commissioni parlamentari, quando può sendere in campo il “panchinaro” della maggioranza

Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la moltiplicazione dei membri nelle commissioni. Il miracolo è possibile. Anche al Senato, dove il regolamento post-riforma tra le pieghe dell’articolo 21 offre, almeno sulla carta, la possibilità ad un Gruppo parlamentare di far lievitare la sua presenza in una Commissione permanente nel caso in cui risulti sottodimensionata in un’altra.

Una chance, quella della panchina lunga, che Fdi, dopo aver visto ridursi di un posto il suo “spazio” in commissione Giustizia, ha cercato di sfruttare al volo per far salire in corsa dai sei a sette i suoi componenti nella commissione Finanze dove si sta giocando l’aspra partita sul Superbonus. Che con la decisione dei Fi di votare contro la “emendamento-Giorgetti” potrebbe mettere in difficoltà la maggioranza.

Quando il “panchinaro” scende in campo

Ufficialmente i membri della “Finanze” sono 19: sei, appunto, di Fdi, due della Lega, uno di Fi, uno dei centristi, uno delle “Autonomie”, tre del Pd, tre del M5S, uno di Iv e uno del Gruppo Misto (Il senatore a vita Renzo Piano).

E, proprio per puntellare ulteriormente il governo, Fratelli d’Italia ha cercato di sfruttare le opportunità offerte dal regolamento di Palazzo Madama. Che, ad esempio, al comma 2 dell’articolo 21 recita: «I Gruppi composti da un numero di Senatori inferiore a quello delle Commissioni sono autorizzati a designare uno stesso senatore in tre Commissioni in modo da essere rappresentati nel maggior numero possibile di Commissioni».

Partendo da questo presupposto, il capogruppo di FdI, Lucio Malan, aveva comunicato in una lettera al presidente del Senato, Ignazio La Russa, il passaggio del senatore Salvatore Sallemi del suo gruppo dalla commissione Giustizia alla commissione Finanze, scatenando l’ira delle opposizioni.

Fonte: Il Sole 24 Ore