Comunità energetiche: oltre 430 richieste di accesso. Come funzionano gli incentivi

Comunità energetiche: oltre 430 richieste di accesso. Come funzionano gli incentivi

Per l’avvio delle comunità energetiche rinnovabili sono pervenute a oggi al Gse, a distanza di 7 mesi dall’entrata in vigore della nuova disciplina, oltre 430 richieste di accesso per una potenza complessiva di 60 megawatt, mentre sono oltre 630 le richieste di adesione al contributo Pnrr per una potenza complessiva di circa 55 MW di impianti da realizzare nei Comuni con meno di 5mila abitanti. A fornire i dati aggiornati sull’andamento delle Cer è stato, di recente, all’assemblea dell’Anci (l’associazione nazionale dei Comuni italiani), il presidente del Gse, Paolo Arrigoni. Il Gse (Gestore dei servizi energetici), come noto, gestisce gli incentivi legati alle Cer. Ma come si costituisce una comunità energetica rinnovabile (Cer) e come si accede a questi fondi? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Cos’è una comunità energetica

Una Cer è un insieme di cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, le cooperative, gli enti di ricerca, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale, che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti nella disponibilità di uno o più soggetti associatisi alla comunità. In una Cer l’energia elettrica rinnovabile può esser condivisa tra i diversi soggetti produttori e consumatori, localizzati all’interno di uno medesimo perimetro geografico, grazie all’impiego della rete nazionale di distribuzione di energia elettrica, che rende possibile la condivisione virtuale di tale energia.

I primi step per l’avvio

Per prima cosa è necessario individuare le aree dove realizzare gli impianti alimentati da fonti rinnovabili e gliutenti con cui associarsi e condividere l’energia elettrica. È poi necessario costituire legalmente la Cer, sotto forma di associazione, ente del terzo settore, cooperativa, cooperativa benefit, consorzio, organizzazione senza scopo di lucro etc. Occorre, quindi, dotare la Cer di una propria autonomia giuridica attraverso una qualsiasi forma che ne garantisca la conformità con i principali obiettivi costitutivi. La Cer deve essere pertanto caratterizzata da un atto costitutivo e uno statuto.

Gli incentivi per le Cer

Per tutte le Cer sono previsti incentivi sull’energia autoconsumata sotto due diverse forme. La prima è una tariffa incentivante sull’energia prodotta da rinnovabili e autoconsumata virtualmente dai membri della Cer. Tale tariffa è riconosciuta dal Gse – che si occupa anche del calcolo dell’energia autoconsumata virtualmente – per un periodo di per 20 anni dalla data di entrata in esercizio di ciascun impianto. La tariffa è compresa tra 60 e 120 euro per megawattora (MWh) in funzione della taglia dell’impianto e del valore di mercato dell’energia. Per gli impianti fotovoltaici è prevista una ulterioremaggiorazione fino a 10 €/MWh in funzione della localizzazione geografica. La seconda forma è un corrispettivo di valorizzazione per l’energia autoconsumata, definito dall’Arera (l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente). Tale corrispettivo vale circa 8 euro per megawattora. Inoltre, tutta l’energia elettrica rinnovabile prodotta ma non autoconsumata resta nella disponibilità dei produttori ed è valorizzata a condizioni di mercato.

Il contributo previsto dal Pnrr

Per le sole Cer i cui impianti di produzione sono ubicati in Comuni con una popolazione inferiore a 5mila abitanti, è previsto un contributo in conto capitale, pari al 40% del costo dell’investimento, a valere sulle risorse del Pnrr. Il contributo è pari al 40% delle spese sostenute per la realizzazione di impianti Fer nei limiti delle spese ammissibili e dei seguenti costi di investimento massimi in funzione della taglia di potenza:1) 1.500 euro per kilowatt per impianti fino a 20 kW; 2) 1.200 €/kW, per impianti di potenza superiore a 20 kW e fino a 200 kW; 3) 1.100 €/kW per potenza superiore a 200 kW e fino a 600 kW; 4) 1.050 €/kW, per impianti di potenza superiore a 600 kW e fino a 1.000 kW.

Fonte: Il Sole 24 Ore