Con i tirocini Erasmus+ un ragazzo su tre trova lavoro all’estero

Con i tirocini Erasmus+ un ragazzo su tre trova lavoro all’estero

C’è Luca che ha svolto una mobilità di tre settimane in Irlanda del Nord dove, presso un’azienda informatica, ha fatto un’esperienza come sviluppatore (uno dei profili più ricercati dalla rivoluzione 4.0). Domiziana, sempre in Irlanda, ha svolto un periodo “on the job” presso una fattoria di allevamento e turismo sostenibile (altro comparto in espansione, anche grazie al Pnrr), che le ha consentito di confermare le sue intenzioni per il futuro. E poi c’è Matteo che nell’isola francese di Réunion ha fatto un tirocinio di 30 giorni come pasticcere.

Parliamo di Istruzione e Formazione professionale; del settore “Vet” (Vocational Education and Training) dove dal 2014 a oggi l’Agenzia nazionale Erasmus+ Inapp, diretta da Ismene Tramontano, ha ricevuto in totale 5.565 progetti, facendo fare a circa 53mila partecipanti, tra ragazzi e professionisti del mondo dell’istruzione e della formazione, un’esperienza di mobilità transnazionale. Per i giovani, in particolare, i tirocini individuali da 10 a 12 mesi, sono fondamentali per l’occupazione. Sulla base di una indagine svolta dall’Agenzia nazionale Erasmus+, rivolta a partecipanti di esperienze di mobilità Leonardo da Vinci ed Erasmus+Vet, è emerso che uno su tre, grazie a queste esperienze, ha trovato un impiego all’estero.

A Roma la settimana europea delle competenze professionali

Di tutto questo si parlerà in una serie di incontri per celebrare i 35 anni del Programma Erasmus+ e raccontare il settore Istruzione e Formazione professionale, ancora oggi sbrigativamente e ingenerosamente considerato di serie B, nell’ambito della “settimana europea delle competenze professionali”, a Roma dal 16 al 20 maggio (tra i partecipanti all’iniziativa del 20, la sottosegretaria al Lavoro, Rossella Accoto).

Quest’anno Inapp ha già ricevuto 457 progetti per la mobilità individuale ai fini di apprendimento (+35% rispetto al 2021) e 195 candidature per lo sviluppo di partenariati per la cooperazione, a fronte di una dote 2022 di circa 60 milioni di euro per il settore istruzione e formazione professionale. A crederci sempre di più è l’Europa: nel periodo 2014-2022 la commissione Ue ha messo sul piatto 415 milioni per le azioni decentrate del settore istruzione e formazione professionale gestite da Inapp. «Sono stati raggiunti risultati importanti – ha sottolineato il presidente di Inapp, Sebastiano Fadda -. Con alcuni dei progetti finanziati quest’anno, è stato dato un contributo rilevante al tema della European Vocational Skills Week 2022 dedicata al contributo di Erasmus+ alla transizione verde».

E il programma è d’aiuto anche a chi ha meno chance. Nel periodo 2014-2020, grazie all’Agenzia, sono stati coinvolti nei programmi di mobilità finanziati circa 8mila soggetti con minori opportunità, il 10,7% del totale. Nel 2021 sono stati circa 1.900 (quasi il 20% del totale), a testimonianza di come Erasmus+ stia diventando sempre più inclusivo e accessibile, oltre a sostenere le transizioni verde e digitale e a promuovere la cittadinanza europea di tutti i giovani.

Fonte: Il Sole 24 Ore