Con la crisi delle regole spazio a nuovi sogni, come è successo per la Luna
Secondo esempio: 1998, l’Albania è al collasso economico ed istituzionale, migliaia di persone in fuga dal Paese, un sistema sociale allo sbando in cui dilagano miseria, corruzione, traffico di droga e sopraffazione. Il ministro della cultura è Edi Rama, già insegnante di lettere presso l’Accademia delle Arti albanese. Ha 36 anni, è un pittore e scultore che ha vissuto esule in Francia. Nel 2000 diventa sindaco di Tirana, le casse sono vuote e ha solo problemi da risolvere. Come prima cosa, che fa? Ridipinge a colori vivaci i grigi palazzi del centro. Poi quelli delle periferie. Al posto del grigio arriva il rosso e il giallo, dipinge i palazzi e abitua le persone al colore e alla bellezza.
I cittadini iniziano a prendersi cura delle strade e a non sporcare i giardini, in pochi anni il bello prende il posto del brutto, aumenta l’efficienza, le multinazionali iniziano ad investire e per l’Albania inizia un nuovo rinascimento. Edi ha usato la bellezza per inventare il futuro dell’Albania e ha realizzato il suo sogno di un Paese più moderno e sano. Kennedy ha offerto la Luna all’America per una svolta ambiziosa, Edi Rama ha usato la bellezza per dare al suo Paese un futuro in cui credere. Hanno messo da parte le regole e ne hanno inventate di nuove invitando la gente a farle proprie e ad osservarle.
E noi? Non abbiamo un Kennedy o un Rama a illuminarci la strada, e la nostra cultura non ci agevola nel mettere in discussione regole e status quo. Tuttavia, anche in Italia si sta lentamente prendendo coscienza che rimettere in discussione le regole che hanno governato le organizzazioni non solo è importante, ma è urgente. Un segnale interessante è l’accettazione anche culturale del cambio delle modalità di lavoro, da remoto e smart, l’affermarsi della tecnologia nello svolgimento di funzioni operative, e la loro accettazione come strada senza ritorno, una cultura dell’inclusione sempre più condivisa, la valorizzazione dei giovani e delle donne nelle cariche di vertice, specialmente nei settori hi-tech, design, finance, oltre che naturalmente nelle start up, area in cui l’Italia ha molto margine di miglioramento.
C’è molto da fare ma qualche segnale all’orizzonte si vede, lo stesso Mario Draghi da poche settimane alla più alta carica del Governo ha imposto regole nuove, di azione e di comportamento fino a ieri inimmaginabili. Certo, le regole imposte dall’alto non possono essere discusse, ma la novità è la presa di coscienza sociale che si comincia a percepire, che gli status quo possono cambiare, che le novità anche repentine, pur conseguenza di eventi drammatici, portano a punti di rottura che generano valore. Un esempio clamoroso è Netflix, l’azienda senza regole: non si chiedono ferie e i premessi, ogni dipendente li gestisce in libertà, non c’è il mito del capo cui dovere obbedienza cieca, vige il feedback, anche negativo se orientato al miglioramento.
Si punta all’eccellenza ed alla “densità di talento”, che porta alla performance contagiosa ed alla cultura della responsabilità e della qualità. Un sogno? Un esempio un po’ troppo lontano? Forse, ma gli esempi anche se lontani servono a capire che qualcuno ce l’ha fatta. Ed è importante per tutti, senza illuderci che non sarà faticoso, la presa di coscienza che la strada verso un futuro in cui impegnarci e credere non è preclusa e non è così lontana, e sarà sicuramente con regole nuove, tutte da scrivere.
Fonte: Il Sole 24 Ore