Con l’intelligenza artificiale nei campi crescono produttività e sostenibilità
Monitorare i diversi frutti sul nastro trasportatore distinguendoli in base al contenuto di zucchero e quindi al diverso grado di maturazione o ancora mettere insieme il complesso di informazioni che arrivano dai droni in volo su un campo di grano per gestire insieme alle centraline meteo la distribuzione efficiente di acqua e fitofarmaci.
Sono due degli esempi, tra i tanti, che testimoniano cosa in concreto può fare l’intelligenza artificiale in agricoltura, implementando i diversi strumenti messi a disposizione dall’innovazione tecnologica e favorendo un salto di qualità nella doppia transizione digitale e ambientale dell’agricoltura italiana.
Un pacchetto di esempi applicativi dell’intelligenza artificiale in agricoltura realizzati da Google nell’ambito del progetto “IA per il made in Italy”, percorso più ampio e che coinvolge oltre all’agroindustria anche altri comparti chiave dell’economia italiana: meccanica, abbigliamento e arredamento, saranno al centro di AgriFood Future, una tre giorni (a Salerno dall’8 al 10 settembre) organizzata da Unioncamere e dalla Camera di Commercio di Salerno. Un ricco programma di interventi, workshop e momenti di confronto, dislocati in differenti location della città campana e dedicati a temi cruciali per il futuro dell’agroindustria italiana con – ovviamente – come minimo comune denominatore, l’innovazione tecnologica. Il tutto con uno sguardo rivolto al prossimo appuntamento del G7 dell’Agricoltura in programma a fine settembre a Ortigia (Siracusa).
«Abbiamo deciso di organizzare questo evento a Salerno – ha spiegato il presidente di Unioncamere e della Camera di Commercio di Salerno, Andrea Prete – perché si tratta di una provincia con una forte vocazione agroalimentare. Grazie alla presenza dell’industria conserviera e della trasformazione del pomodoro, di uno dei poli della produzione di Mozzarella di Bufala Campana, dell’ortofrutta di IV Gamma nella Piana del Sele si tratta infatti della sesta provincia italiana per export agroalimentare e la prima a Sud di Bologna. Oltre ad essere anche l’area nella quale, nel corso del proprio soggiorno a Pioppi, il nutrizionista americano Ancel Keys teorizzò nel 1975 la Dieta Mediterranea. Per questi motivi AgriFood Future si propone come punto di riferimento nazionale per fornire alle aziende strumenti concreti per innovare i propri processi produttivi, attraverso l’integrazione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, che permettono di ottimizzare l’uso di fertilizzanti, migliorare il benessere animale e ridurre l’impatto ambientale. In un contesto in cui il calo della produttività agricola è aggravato da eventi climatici estremi, AgriFood Future si propone di guidare le imprese verso un futuro sostenibile e competitivo, valorizzando le eccellenze italiane e proiettandole nei mercati internazionali».
«Chi progetta e poi realizza le nuove tecnologie applicate al settore agroindustriale spesso opera in contesti molto diversi da quello italiano – ha aggiunto il direttore scientifico di AgriFood Future, Alex Giordano –. In questa ottica uno dei nostri primi obiettivi è quello di raccordare l’innovazione con la tradizione made in Italy. Ma soprattutto vogliamo ridurre il gap fra mondo della ricerca e mondo delle imprese favorendo il confronto e lo scambio di opinioni e, in questo modo, la diffusione di innovazioni che vadano a risolvere le reali esigenze del mondo produttivo all’intero poi di un comparto che rappresenta uno dei motori economici del Paese».
Fonte: Il Sole 24 Ore