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Con Trusty più sicura la tracciabilità delle filiere di cacao e caffè in Europa
Tutto è nato da un progetto dell’agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo per la tracciabilità della filiera del cacao in Costa d’Avorio, principale produttore mondiale di questa commodity insieme al Ghana. «Abbiamo introdotto la nostra tecnologia blockchain, affrontando le varie problematiche della filiera nel Paese africano e ottenendo un discreto successo: molte aziende con un forte profilo green hanno intuito che avevano necessità di tracciamenti sicuri», ricorda Alessandro Chelli, giovane ingegnere informatico, fondatore di Trusty insieme a Lorenzo Di Berardino.
Oggi Trusty – nata nel 2022 a Pianella, in provincia di Pescara, come start up innovativa – è la piattaforma italiana che attraverso la blockchain assicura lo scambio sicuro e non modificabile, delle informazioni lungo le filiere complesse del caffè e del cacao. Filiere lunghe – la materia prima viene prodotta in altri Paesi – di cui fanno parte produttori e operatori che spesso non si conoscono tra loro. In particolare la piattaforma consente di certificare la rigorosa aderenza alle normative. Soprattutto rispetto al regolamento Ue 2023/1115, in base alla quale bovini, caffè, cacao, olio di palma, soia (oltre a gomma e legnami e derivati) devono essere prodotti a deforestazione zero per poter essere introdotti nel mercato europeo. Fondamentale per prodotti che provengono principalmente dall’Africa (Cacao) e dal Sudamerica (caffè).
«La svolta per noi è arrivata proprio quando Bruxelles ha deciso di inserire anche caffè e cacao nel panel delle materie prime sottoposte a questo vincolo – spiega Chelli -. E noi avevamo già a disposizione una piattaforma che permette di collegare i lotti agli appezzamenti di terreno da cui proviene il prodotto. Abbiamo inserito anche tutto ciò che riguarda i controlli sugli appezzamenti per garantire che i produttori, che noi supportiamo, agiscano secondo le normative».
Il regolamento Ue sulla deforestazione entrerà in vigore il 30 dicembre di quest’anno per le aziende grandi e medie e il 30 giugno del 2026 per le micro e piccole imprese. Ma tanti hanno anticipato i tempi. Trusty, per quanto riguarda il cacao, serve già Icam e Domori (Italia), oltre a Luker Chocolate (tra i principali produttori della Colombia) e l’azienda francese Kaoka. Per quanto attiene al caffè ha assicurato la tracciabilità per Slow Food.
«E tante altre aziende ora dovranno adeguarsi», osserva Chelli, che insieme al suo socio, prima di concentrarsi sulle filiere lunghe, si occupava della tracciabilità del food made in Italy, tra pasta, olio, vino, pomodoro.
Fonte: Il Sole 24 Ore