Con Viceversa sbarcano in Italia i finanziamenti come anticipo sul fatturato

Il panorama delle forme di finanziamento per piccole e medie aziende, rigorosamente legate all’ecommerce, si arricchisce di un modello basato sull’anticipo del fatturato futuro. Si tratta del “revenue based financing”, una forma di investimento che si presenta come un ibrido tra debt ed equity financing, ma che in realtà non è nè l’uno nè l’altro. E che ha fatto breccia nell’ultimo anno in mercati più evoluti come Gran Bretagna e Stati Uniti.

Ora è Viceversa, startup milanese nata a fine 2020 e uscita dallo “stealth mode” a settembre, a portare in Italia questo modello di credito alternativo destinato unicamente a piattaforme digitali per ecommerce, con almeno sei mesi di operatività e 10mila euro di ricavi mensili.

Il “revenue based financing” prevede la restituzione dei fondi agli investitori sulla base di una percentuale delle entrate lorde dell’impresa finanziata, che non può essere superiore al 20%, fino al rimborso della somma investita, variabile tra 10mila e un massimo di un milione di euro.

Di conseguenza non c’è un tempo prefissato per la restituzione, che varia a seconda dell’andamento delle vendite. «È una scommessa sulla crescita futura: si tratta di fatto di un anticipo sul fatturato basato sulle attese di espansione della società in cambio di una percentuale fissata in anticipo – spiega Matteo Masserdotti, cofounder e Ceo di Viceversa -. Peraltro alle attese di crescita contribuiamo anche noi con i fondi, che non vengono mai elargiti in una tranche unica, ma con un sistema progressivo al raggiungimento di obiettivi intermedi».

La startup applica un multiplo variante tra 1,05 e 1,10 per il prestito da restituire, a seconda del grado di rischio, che viene valutato in anticipo: in pratica per 10mila euro il debitore dovrà restituire tra 10.500 e 11mila, senza alcun collaterale come garanzia, se non le prospettive di crescita.

Fonte: Il Sole 24 Ore