Concordato e lettere agli autonomi: ecco cosa sta succedendo
I termini per il concordato preventivo biennale sono stati riaperti dal governo. I lavoratori autonomi che, pur avendo i requisiti, non avevano aderito in prima battuta, possono usufruire di un’ulteriore finestra che si chiude il 12 dicembre 2024. Il concordato consente per due anni di pagare le tasse sulla base di una proposta formulata dall’Agenzia delle entrate, coerente con i dati contenuti nelle banche dati a disposizione dell’Amministrazione finanziaria e i redditi dichiarati dal contribuente.
Gli obiettivi della proroga
Cosa c’è alla base della proroga? Il fatto che della sanatoria che si è chiusa il 31 ottobre ha fruttato “solo” 1,3 miliardi. Troppo poco per finanziare l’abbassamento dell’aliquota Irpef dal 35 al 33% per i redditi fino a 60mila euro (ampliando lo scaglione che oggi arriva a 50mila euro). Una misura per la quale servono però 4 miliardi. E così l’intervento, atteso in manovra, è rimasto per ora una bandiera solo di Forza Italia, che continua a fare pressing per la riduzione delle tasse al ceto medio.
Le iniziative anti-evasione del Mef
Per spingere le partite Iva ad aderire al secondo giro del concordato il Mef si è lanciato in una campagna anti-evasione che non ha precedenti. Prima lo spot contro gli autonomi “furbetti” che vanno al ristorante e vengono “beccati” grazie ai controlli. Poi le 700mila lettere inviate alle partite Iva che dichiarano meno dei propri dipendenti fermandosi sotto i 15mila euro e soprattutto sotto il limite minimo di reddito per categoria preso a base di riferimento per l’adesione al concordato preventivo biennale.
Salvini: da Entrate toni inquisitori su concordato’
In replica a quest’operazione il Dipartimento Economia della Lega ha diffuso un comunicato al vetriolo: «Troviamo sbagliata nel merito e nel metodo la pioggia di lettere che l’Agenzia delle Entrate ha riversato sui contribuenti italiani per contestare ipotetiche anomalie, con l’obiettivo di indurli ad aderire al concordato preventivo biennale, indipendentemente dal loro merito fiscale. La Lega ritiene che così si snaturi uno strumento nato per stabilire un patto di lealtà fra contribuente ed erario». E a seguire il leader del Carroccio ha parlato di «tono inquisitorio». E ha aggiunto: «Se c’è uno strumento che non funziona, e penso al concordato, non bisogna inseguire gli italiani, ma cambiare strumento. La proposta della Lega è quella che ha funzionato in passato, e penso possa farlo anche in futuro, cioè la rottamazione a lungo termine»
Leo: lettere? Non vogliamo vessare, semplice collaborazione
Fonte: Il Sole 24 Ore