Concordato, il Governo valuta gli incassi per far calare l’Irpef
Si chiude – definitivamente secondo quanto fa sapere il governo – il termine per l’adesione al concordato biennale preventivo: il “patto con lo Stato” rivolto agli autonomi e messo in campo dal governo anche con l’obiettivo di portare risorse fresche alla manovra. I dati delle adesioni, ha fatto sapere nei giorni scorsi il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, verranno resi noti tra una decina di giorni. Indiscrezioni di stampa, non smentite, le quotano intorno tra le 150 e le 200 mila (ma c’è chi azzarda 500 mila). Il ministro Giancarlo Giorgetti, per il momento, non si sbilancia sull’esito dell’operazione. «Siccome noi siamo prudenti – evidenzia – abbiamo messo zero. Quindi tutto quello che arriva più di zero è benvenuto». Ma ricorda anche come «dobbiamo aspettare perché in tanti arrivano l’ultimo giorno». Un dato indicativo, nel frattempo, può essere quello che viene da Confartigianato che fa sapere di aver sondato 46mila imprese registrando al 22 ottobre una adesione al 18% destinata a crescere fino al 23%.
Nessuna proroga
Una cosa, però, pare certa: nonostante il pressing, il concordato non verrà prorogato. A chiarirlo fonti di governo in risposta anche alla protesta dei commercialisti che hanno proclamato uno sciopero fino al 7 novembre chiedendo una proroga «per far fronte all’inadeguatezza del termine del 31 ottobre».
Ipotesi abbassamento Irpef
Dall’esito del concordato dipenderà, però, anche l’entità di alcune possibili modifiche alla manovra a partire dall’ipotesi di abbassamento dal 35 al 33% dell’aliquota del secondo scaglione Irpef. Non è ancora chiaro, invece, se possano arrivare, modifiche sui tagli previsti sull’automotive. «Valuteremo insieme al ministro dell’Economia – ha fatto sapere il ministro Adolfo Urso – se nel percorso della manovra sia possibile incrementare il fondo, in particolare il sostegno alla filiera della componentistica, che è un orgoglio del Made in Italy». Intanto il ministro Giorgetti, anche a fronte degli ultimi dati Istat, esclude rischi di ricadute sulla finanza pubblica. «Noi abbiamo messo in conto – ha evidenziato – anche lo scenario meno favorevole e quindi non cambiano le previsioni di finanzia pubblica. Dopo di che il tema della crescita è importante, noi speriamo che nell’ultimo trimestre ci sia una ripresa ma non cambia la strategia del governo».
Al via le audizioni sulla manovra
Dalla prossima settimana in commissione partono le audizioni sulla legge di bilancio e il termine per gli emendamenti è stato fissato per l’11 novembre. I partiti sono già al lavoro sulle proposte di modifica. Che andranno poi scremate nella settimana successiva attraverso il meccanismo dei segnalati.
Fonte: Il Sole 24 Ore