Concorrenza, via libera finale alla legge. Autostrade, bollette, buoni pasto e taxi: cosa cambia
Dal riordino delle concessioni autostradali alla tutela dei consumatori nelle comunicazioni, dalla proroga dei dehors alle novità sui buoni pasto. E’ ampio e diversificato l’ambito d’azione del disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023 che (dopo il via libera della Camera) ha incassato l’ok definitivo del Senato. L’adozione del provvedimento, presentato dal governo il 9 agosto scorso, rientra tra gli obiettivi Pnrr da conseguire entro il 31 dicembre 2024. Ecco di seguito alcuni dei principali temi affrontati dal provvedimento.
Riordino concessioni autostradali
Arriva un quadro normativo per le concessioni con l’obbligo di gare per i contratti di concessione, impedendone il rinnovo automatico, nonché in materia di affidamenti in house (nei limiti stabiliti dal diritto Ue) e di risoluzione del contratto concessorio. Si interviene anche sulla fissazione e aggiornamento delle tariffe e sulla pianificazione degli investimenti finalizzati alla manutenzione straordinaria. Talune norme transitorie riguardano le concessioni in essere. La durata delle concessioni è determinata dall’ente concedente in funzione dei servizi e dei lavori richiesti al concessionario e non può superare di regola i 15 anni.
Taxi iscritti al registro
Per fronteggiare il grave fenomeno dell’abusivismo nel settore del trasporto pubblico non di linea, quindi di taxi e Ncc, si prevede l’applicazione di sanzioni in caso di mancata iscrizione al registro, che vanno dalla sospensione alla revoca dal ruolo dei conducenti.
Proroga dei dehors
Il governo si impegna ad emanare, entro 12 mesi, un decreto legislativo di riordino del settore. Nel frattempo è prorogata fino al 31 dicembre 2025 l’efficacia delle autorizzazioni e delle concessioni di suolo pubblico in vigore. I ministeri competenti, in collaborazione con gli enti locali, dovranno adottare le necessarie iniziative per garantire adeguati controlli e monitoraggi, evitando occupazioni irregolari.
Start-up innovative
Viene eliminato il requisito di capitale sociale di almeno 20mila euro per la definizione di start-up innovativa. Si interviene anche sull’oggetto sociale esclusivo o prevalente della start up innovativa, escludendo quelle che svolgono “attività prevalente di agenzia e consulenza”.
Fonte: Il Sole 24 Ore