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Confcommercio chiede interventi urgenti contro il caro bollette
La bolletta energetica affossa margini e competitività del terziario italiano. Nel primo caso nell’arco degli ultimi dodici mesi le imprese italiane hanno, in media, subito rincari del 24% nel caso dell’elettricità e del 27% per il gas. Aumenti che nel medio – lungo periodo, con il 2019, arrivano al 56,5% per l’elettricità e del 90,4% il gas. Nel freddo linguaggio dei numeri significa per un hotel di medie dimensioni una spesa media mensile nell’ordine dei 10.651 euro, per un negozio di grandi dimensioni una spesa superiore ai 6.850 euro mentre l’hotel di piccole dimensioni spenderà 6.132 euro, il negozi di alimentari 2.653 euro, il ristorantie arriva a 2.468 euro, il bar 1.159 euro mentre il negozio di generi non alimentari spenderà 982 euro. Costi quasi impossibili da comprimere, segnala Confcommercio in un’analisi del caro energia per le attività del terziario, che si vanno a sommare a un periodo non particolarmente felice per il commercio che soffre per il calo dei volumi di vendita e lotta contro la desertificazione.
Il confronto con i vicini d’Europa fa emergere come il costo dell’energia in Italia sia un pesante differenziale. A gennaio 2025 secondo le rilevazioni dei commercianti, il prezzo dell’energia elettrica in Italia a 143 €/Wh è risultato più alto del 40% rispetto alla Spagna e di quasi il 30% rispetto a Francia e Germania. Guardando allo scorso biennio la forbice si allarga costantemente: nel 2023 il prezzo dell’energia elettrica in Italia era più alto del 24% rispetto a quello francese, e maggiore – rispettivamente – del 33% e del 41%, rispetto a quello tedesco e quello spagnolo; nel 2024 lo stesso differenziale è salito al 49% rispetto al prezzo francese, a +42% rispetto alla Spagna e +31% rispetto alla Germania. Va, inoltre, evidenziato che, tra il 2019 e il 2024, l’energia elettrica in Italia è aumentata del 107%, mentre in Francia di appena il 39% e in Spagna solo del 32%. Più alto l’incremento registrato in Germania (+74%), dove comunque l’aumento percentuale non è paragonabile a quello registrato in Italia.
Confcommercio chiede, alla luce di questi dati, un pacchetto di interventi urgenti a partire dalla progressiva sterilizzazione degli oneri generali di sistema che gravano per il 23% sulle bollette elettriche del terziario la cui fiscalizzazione condurrebbe all’abbattimento dei costi per la generalità dei clienti finali. Da attuare anche una sospensione temporanea del sistema ETS. fissa un tetto massimo alle emissioni prodotte dalle aziende dei principali settori, in cui l’aumento dei prezzi delle fonti fossili incide pesantemente sul prezzo delle quote di CO₂, che nel 2019 si attestava sui 25 €/tonnellata, e attualmente ha raggiunto gli 80 €/tonnellata. Parallelamente, nel medio-lungo termine, l’obiettivo è ridurre la volatilità dei mercati e la dipendenza dall’estero. Tra le misure chiave che il commercio chiede ci sono un tetto dinamico e flessibile al prezzo del gas, il disaccoppiamento tra il prezzo dell’elettricità e quello del gas, il potenziamento delle infrastrutture per una maggiore sicurezza energetica, che passa anche dalla diversificazione delle forniture e dalle riserve strategiche. Centrale, infine, un maggior controllo sulla speculazione finanziaria per stabilizzare i prezzi e tutelare i clienti finali.
Se i prezzi all’ingrosso si attestassero sui valori di gennaio, a oltre 143 euro/MWh, per l’energia elettrica, e oltre 50 €/MWh per il gas, nel 2025 le imprese dei settori di Confcommercio sosterrebbero, complessivamente, una spesa per energia elettrica e gas pari a 12,5 miliardi di euro. Si tratta di una crescita del 17% rispetto al 2024 e del 38% rispetto al 2023, anno in cui, il Governo era intervenuto adottando diverse misure per ridurre i costi delle bollette. Nel caso del gas con riduzione dell’Iva al 5% e abbattimento oneri generali di sistema e crediti di imposta per le bollette del primo trimestre 2023, con aliquote pari al 45% per il gas e al 35% per l’energia elettrica. Ad eccezione del 2022, annus horribilis per i costi energetici schizzati alle stelle dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il 2025 risulterà l’anno con la spesa storicamente più elevata per le imprese del terziario di mercato.
Fonte: Il Sole 24 Ore