Confindustria: ecco il Piano per abitazioni a costi sostenibili per i lavoratori
Un grande Piano di politica economica in grado di accelerare lo sviluppo del paese. E superare quella “trappola della mobilità” che soffoca l’economia e tiene alta la disoccupazione strutturale, con ripercussioni negative sia sul mercato del lavoro che sull’efficienza complessiva del paese. Per spiegare: c’è un forte disallineamento, in numerose aree del territorio, tra i costi di affitto o di acquisto delle abitazioni e il livello di produttività del lavoro e dunque di salari medi. Un freno alla mobilità territoriale, che invece è un processo fondamentale per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Piano di politica economica
Da questa esigenza nasce il Piano di Confindustria per l’abitare sostenibile dei lavoratori, una priorità nell’agenda del presidente, Emanuele Orsini, che l’ha lanciato dall’inizio del suo mandato. «Le nostre imprese registrano ormai da tempo un record nella carenza di personale, sono difficili da reperire quasi il 50% dei profili ricercati. Abbiamo un enorme problema di lavoratori che non riusciamo ad assumere perché mancano abitazioni a canoni compatibili con gli stipendi», è l’analisi di Orsini. «È prioritario, quindi, creare le condizioni affinché le classi più fragili della nostra società possano avere accesso ad abitazioni di qualità a un prezzo sostenibile. Non si tratta solo di una misura sociale – sottolinea il presidente di Confindustria – è anche e soprattutto un grande Piano di politica economica per accelerare lo sviluppo del paese. Di qui nasce il nostro progetto». Orsini spiega che si tratta di «attivare tutti gli attori del sistema, governo, enti locali, società partecipate, imprese, banche, fondi di investimento immobiliari e investitori istituzionali con l’obiettivo di valutare garanzie e strumenti finanziari necessari ad attivare capitali pazienti e assicurare abitazioni ad un costo sostenibile. È un piano essenziale per garantire la mobilità territoriale e l’inclusione lavorativa».
Carenze di personale e mobilità
La carenza di personale è maggiore rispetto al periodo pre pandemia e, senza interventi, il problema si può ampliare. Una questione demografica (secondo Bankitalia ci saranno 5,4 milioni di persone in età lavorativa in meno da qui al 2040) aggravata dagli squilibri del mercato immobiliare per gli alti prezzi degli alloggi, quando un costo sostenibile è stimato per Confindustria nel 25-30% dello stipendio netto. Si arriva al paradosso che alcune aree geografiche con alta domanda di lavoro, specie al Nord, registrano carenze di personale, mentre aree con produttività più bassa e minori opportunità lavorative soffrono di alti tassi di disoccupazione. Le stesse problematiche riguardano la mobilità dei lavoratori che arrivano dall’estero.
Confronto con governo e forze politiche
Di qui l’urgenza di un Piano, che Confindustria ha messo a punto come base per un confronto con il governo e le forze politiche. «Si tratta di una serie di misure – spiega Orsini – per promuovere la costruzione di nuovi edifici, anche utilizzando aree disponibili con diverse destinazioni d’uso e la riqualificazione di immobili esistenti. Occorre rimuovere gli ostacoli di natura urbanistica e amministrativa, stimolare soggetti pubblici, incluse le società partecipate, affinché mettano a disposizione immobili e aree, introdurre misure fiscali e finanziarie per attivare investimenti, rafforzare le misure a tutela della proprietà privata». La legge di bilancio ha previsto un primo intervento, proposto da Confindustria: detassare le somme erogate dal datore di lavoro ai dipendenti fino a 5mila euro annui, per chi ha redditi non superiori ai 35mila euro l’ anno e abbiano trasferito la residenza oltre un raggio di 100 chilometri. L’auspicio è che possa essere estesa agli stagionali. Ma occorre subito definire il “Piano casa Italia” previsto dall’articolo 71 della manovra.
Per accelerare i tempi «serve adesso fare squadra e attivare tutti gli attori del nostro sistema, a partire da quelli finanziari. Confindustria ha chiesto di prevedere in manovra misure di garanzia per l’accesso al credito, anche attraverso Sace, sia per favorire l’investimento dei risparmiatori in iniziative finalizzate ad offrire alloggi ai lavoratori a un canone sostenibile. Con lo stesso obiettivo è necessario coinvolgere investitori istituzionali», spiega Angelo Camilli, vice presidente per Credito, Finanza e Fisco.
Fonte: Il Sole 24 Ore