Confindustria vuole risposte sulla coesione: il Sud non venga penalizzato

Risposte chiare per realizzare quella convergenza nazionale che «come Confindustria auspichiamo con tutte le nostre forze», chieste alla politica e alle istituzioni europee. Vito Grassi, vice presidente per le Politiche di Coesione Territoriale e Presidente del Consiglio delle rappresentanze regionali di Confindustria, ha elencato alcuni punti. Sono «questioni pesanti», discusse all’interno del mondo confindustriale (una riunione si è svolta a porte chiuse anche giovedì pomeriggio), e che ieri sono state l’oggetto del convegno che si è tenuto a Venezia.

«Ci siamo confrontati su molti temi al centro dell’agenda economica e sociale, il lavoro ha coinvolto la struttura centrale di Confindustria e le sue articolazioni regionali mentre dall’interlocuzione costante con la politica gli spunti emersi investono principalmente due ambiti: la quantità dei fondi che il governo riuscirà ad impegnare nel 2023 e la parte che sarà destinata al Sud, alla luce del consuntivo di spesa 2022 del Pnrr», ha detto Grassi.

Attuazione del Pnrr, transizione energetica ed ecologica, transizione digitale, ricerca e innovazione, credito, liquidità delle imprese: sono stati questi i principali temi affrontati. Con un particolare riferimento all’autonomia differenziata: «come Confindustria guardiamo al tema con interesse e auspichiamo che venga affrontato e successivamente attuato con grande attenzione, in modo che diventi un’occasione per rafforzare la competitività dei territori e migliorare le condizioni di cittadini e imprese». Con un avvertimento: «non deve compromettere l’unità nazionale, a partire dalle grandi reti, dalle fonti di energia e dalle infrastrutture, che hanno un impatto sull’intero sistema paese e che devono essere ancorate alla strategia europea. L’autonomia differenziata non deve essere un nuovo tema che spacchi il paese, penalizzi la crescita dell’economia e la stabilità della finanza pubblica».

I fondi del Pnrr, oltre alle altre risorse Ue, sono determinanti per la crescita e per superare i divari territoriali. Grassi ha ricordato l’incontro tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen per riallocare parte dei finanziamenti del Pnrr che ragionevolmente non si riusciranno a spendere nei tempi previsti: «È importante conoscere i criteri di questa ricognizione, la proposta che sarà presentata alla Commissione, le risorse per il Sud. Il Pnrr prevede anche un tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale di confronto con le parti sociali. In questa sede sarebbe determinante affrontare temi cruciali come i ritardi di attuazione, le necessarie semplificazioni procedurali, le possibilità di riallocazione delle risorse». Grassi ha insistito sull’importanza della partnership pubblico-privato: «noi siamo pronti». In particolare per le imprese Grassi ha sottolineato che il piano Industria 4.0 si è molto indebolito e che le aliquote per il credito di imposta si sono azzerate: le risorse del Pnrr non utilizzate nel 2022 potrebbero servire a mantenere le aliquote elevate anche quest’anno. «Non bisogna abbassare la guardia sugli investimenti, per non minare la competitività». Motivo per cui anche il timing della transizione green deve essere più adeguato.

Fonte: Il Sole 24 Ore