Confindustrie del Veneto insieme contro il caro materie prime

Una piattaforma digitale con il dettaglio dei prezzi, le serie storiche e soprattutto le previsioni sui prezzi di 70 materie prime (compresa la componente energia). È la risposta di Assindustria Venetocentro, assieme alle venete Confindustria Vicenza, Confindustria Venezia-Rovigo e Confindustria Verona, congiuntamente ad altre territoriali a livello nazionale, per aiutare le associate a fare fronte all’emergenza costi. Le territoriali hanno fatto sistema per fornire gratuitamente alle proprie associate il nuovo strumento: la piattaforma è denominata APPIA e sviluppata da Prometeia. APPIA prevede anche un supporto continuo grazie a report congiunturali e di settore, oltre che webinar di aggiornamento sugli scenari per sette filiere particolarmente presenti nell’area veneta: metallurgia, meccanica, chimica, legno-carta, moda, alimentare, costruzioni.

Uno strumento necessario per aziende che, secondo uno studio di Avc (Assindustria Venetocentro) con Fondazione Nordest su un campione di 557 imprese del territorio, per il 95,9% ha rilevato ulteriori aumenti di prezzo delle materie prime nell’ultimo semestre (97,1% nel comparto meccanico). L’85,5% segnala maggiori difficoltà di approvvigionamento (90,7% nella meccanica), dovute a scarsa disponibilità di materiali e componenti sul mercato (73,1%), strozzature dell’offerta lungo la filiera di fornitura internazionale e ritardi di consegna, e il 77,6% un nuovo aumento dei costi di trasporto e noli marittimi.

In questo contesto, 8 imprese su 10 hanno assorbito solo in parte (60,4%) o per nulla (19,4%) i maggiori costi nei prezzi di vendita, riducendo ancora i propri margini. La maggior parte non vede schiarite a breve termine: il 63,2% prevede che il trend rialzista prosegua fino al primo semestre 2022 (il 16,6 anche oltre; il 20,2% fino a fine anno). Con inevitabili effetti su inflazione e riduzione dei margini. Nel perdurare di questo scenario, il 60,8% delle aziende è orientato a ricercare nuovi fornitori, il 44,2 a rivedere i propri mercati di approvvigionamento, il 20,5% adotterà nuovi materiali.

Fonte: Il Sole 24 Ore