Conflavoro, nella manovra serve più coraggio per sostenere le imprese
Sulla manovra serve più coraggio, soprattutto sul taglio del costo del lavoro per le imprese. Un taglio del 3-4% può valere circa 18 miliardi risorse fondamentali per la crescita e la produttività. E’ questa la posizione di Conflavoro, il cui presidente, Roberto Capobianco, è intervenuto in un’audizione sul Ddl Bilancio per spiegare che «la Manovra continua sulla linea di quella del 2024 e noi siamo ben contenti che il governo Meloni pensi al contrasto al carovita concentrandosi sui lavoratori, dal taglio del cuneo ai fringe benefit. Ma l’approccio è comunque cauto quando invece serviva ulteriore coraggio. In questo meccanismo di sostegno continua a essere ignorato chi può spingere davvero il rilancio del Paese se messo in grado di crescere e investire, cioè le piccole e medie imprese». All’audizione di Capobianco hanno partecipato per l’associazione Maurizio Centra componente del CTS di Conflavoro con delega alla Fiscalità, Irene Botta responsabile Relazioni istituzionali e Gennaro Broya de Lucia presidente di Conflavoro PMI Sanità.
Il presidente di Conflavoro sottolinea che «sono le PMI che generano il Pil e creano lavoro e benessere, ma non possiamo sperare che, da sole, possano per sempre prendere in mano il Paese. Le nostre imprese hanno bisogno di un piano strutturale di risorse da investire, recuperabili indirettamente tramite il taglio del costo del lavoro lato azienda, che può e deve coesistere con quello previsto per il cuneo dei lavoratori. Il 3-4% di taglio può valere circa 18 miliardi».
Queste risorse «non andrebbero perse per le casse pubbliche perché rientrerebbero in altra forma – sostiene Capobianco -. Il governo farebbe un gesto eroico e permetterebbe, mai accaduto prima in Italia, alle imprese di incrementare la propria produttività: solo così può crescere l’occupazione e solo così possiamo aumentare le retribuzioni contro il lavoro povero senza provvedimenti spot».
Fonte: Il Sole 24 Ore